Rognoni, animelle e il Tor de Géants, serve l’impresa

Martedì sera ad Avellino

Rognoni, animelle e il Tor de Géants, serve l’impresa. Il pari a reti inviolate contro il Carpi muove la classifica di un punto, permette di procedere nella striscia positiva che dura da quattro partite, lascia un pizzico di rammarico agli Innamorati perché la Pro, sabato pomeriggio, ha giocato una buona gara contro una formazione rognosissima che fa della fisicità la sua forza unita alla tecnica, nel gioco duro e nelle ripartenze trova i suoi jolly non appena riconquista palla o arriva prima sulle seconde palle. Meno morbido di un rognoncino,  spigoloso come un piatto di animelle. Un punto guadagnato, certo si poteva vincere, si è preso anche un palo con Firenze ma non è affato semplice segnare trovando un muro e tutti gli avversari dietro alla linea della palla. Gli Innamorati più esigenti sottolineano che si dovevano cercare di più le fasce, l’esterno. Bene, Firenze ha fatto il suo, poi è stato sostituito perché molto stanco, così ha detto – mi pare – Grassadonia. Ci si aspettava qualcosa di più da Bifulco, tutto sommato Vajushi ha cercato di movimentare il gioco, però vorrei ricordare che il Carpi è tra gli avversari più scorbutici che si possano affrontare in serie B e lo stesso mister degli emiliani, Calabro, ha ammesso che se fossero venuti qui a fare bel gioco avrebbero sicuramente preso qualche goal. Ognuno fa legna con l’ascia che ha a disposizione, la Rosa della formazione guidata l’anno scorso da Castori, ha queste caratteristiche. Più che altro un rammarico oggettivo è legato all’assenza di cartellini gialli mostrati dal comunque ottimo arbitro Abbattista nella prima mezz’ora, nel primo tempo. Ma tant’è, la verità con la v minuscola sta nel fatto che sulla schiena della Pro pesano le tre sconfitte delle prime tre giornate e per recuperare questa zavorra ci vorrà ancora tempo, temo. Dalla quarta in poi, i Bianchi hanno mostrato sostanzialmente maggiore compatezza eppoi è evidente che non può andare sempre bene, in ogni caso davvero non me la semtirei di gettare la croce addosso a nessuno. Si chiede un uomo che la metta dentro, che finalizzi le giocate. La Pro è caratterizzata da un gioco che, ed è lì da vedere, ad oggi ha portato in rete diversi giocatori. Inoltre, Grassadonia ha a disposizione, sono parole sue, tre prime punte, Morra Raicevic e Polidori che resta un elemento ancora non identificato, nè la sua condizione di forma nè la sua attuale abilità tecnico- tattiche sono conosciute. Ci sarà tempo, credo. In ogni caso, serve l’impresa. Raicevic, e questo il Bari che detiene il suo cartellino lo sa, ha grandi doti tecniche ma nelle più recenti stagioni ha subito una piccola involuzione che ha ridimensionato le prospettive del giocatore proiettato qualche anno fa verso il palcoscenico  della serie A, attualmente un po’ distante. Deve rilanciarsi, speriamo lo faccia qui a Vercelli. Morra è un onesto gladiatore, lotta e difende, sgomita e segna, lo avrebbe fatto anche contro il Carpi, fortuitamente, ma il numero uno degli ospiti Colombi gli ha negato la gioia del goal, forse Eupalla ha voluto ripigliarsi il credito concessogli nello scorso turno contro il Bari. Martedì si rigioca, ad Avellino, è la serie B, un campionato estenuante, faticoso, una specie di Parigi- Dakar dei rally, una specie di Tor de Géants del calcio, una specie di non s’uccidono così anche i cavalli. Grassadonia nel dopo gara del Robbiano Piola contro il Carpi, ha detto che farà turn over, obbligato dal recupero fisico, obbligato ma ristretto dalle indisponibilità, ancora presenti ed assai probabili di Bergamelli ed anche di Rovini, quella certa di Jiday. Restano due giorni al mister per capire e decidere chi schierare contro i lupi di mister Novellino, sconfitto a Pescara per due reti ad una, undicesimo in classifica con tredici punti mentre la Pro è diciannovesima con dieci. L’Avellino, diciannove reti segnate e diciannove prese, tra i migliori attacchi, tra le peggiori difese, quindici segnate e quindici subite per la Pro. Sarà una sfida molto interessante, proietterà i Bianchi alla successiva gara interna di domenica contro il Foggia, vigilia del derby a Novara. Serve l’impresa. Per mister Grassadonia, che – riconfermo nella mia opinione –  è stato capace di far vedere a Vercelli un calcio che non vedevamo da tempo indefinito e soprattutto con una Rosa costruita con sagacia sì ma anche con accortezza economica e con un gruppo di giocatori dalle grandi qualità umane ma, forse e talora, con una cattiveria agonistica inferiore al gruppo del Carpi, ebbene, per mister Grassadonia un trittico impegnativo e probante. Perché, si sa, nel calcio conta segnare e fare punti, muovere la classifica e salvarsi il prima possibile. Miracoli laici, ci si sta lavorando. Se non un miracolo laico un’impresa, una grande impresa. Due video sottostanti.

Paolo d’Abramo