Trofei antichi e prospettive contemporanee
Verso la gara con lo Spezia, domenica ore 17 e 30, al mare
Trofei antichi e prospettive contemporanee. Circa cinque mesi fa, dopo la vittoria di misura sul Monaco in Champions, Max Allegri disse: “Chi vuole divertirsi vada agli spettacoli del circo, io non vado in panchina per divertirmi, ma per vincere”. Ecco, prendete questa bella frase e pensatela ogni volta che la Pro vincerà senza convincerVi troppo, certo non come domenica, una vittoria da Leoni contro una buona squadra ma inferiore a noi, anche a ranghi completi, sia noi sia loro. Inferiore a noi come diverse altre, nonostante forse le opinioni di alcuni osservatori di parte ospite – l’Umile mai – e dei tifosi di parte avversa, così per scrivere. La Pro di quest’anno ci darà soddisfazioni, in casa e speriamo anche fuori dal Robbiano Piola, incominciando da domenica al Picco di La Spezia, contro una delle candidate al passaggio di categoria, in sù beninteso. Perché in giù se la giocheranno altri, compreso quel Crotone che ha preso 4 pappine contro il Cagliari milionario, formazione d’altra categoria, sempre in sù. E poi, oltre al Crotone, ci metterei pure la Ternana, l’Ascoli con o senza Cacia, il Como, l’Entella, il Brescia che non mi sembra niente di che, e il Latina. SegnateVi questi nomi di squadre, e rinfacciatemeli pure, alla fine della Stagione quando si dimostrerà che avrò sbagliato tutto, compresa la Pro ai play off, questa per me è una consuetudine, mi diverto con poco, o tanto, dipende dai punti di vista. Mi è giunta voce che nelle prossime settimane, tipo due o tre, andranno all’Asta trofei e cimeli della fu Pro Vercelli del presidente Paganoni. Questi dovrebbero essere tutti conquistati dal Comune e poi posti all’interno dell’erigendo Museo dello Sport, credo. Che un Comune partecipi ad un’Asta e soprattutto senza polemiche, mi sembra difficile, non impossibile ma difficile. Che vinca tutte le Aste per tutti i cimeli, altrettanto complesso, di più. Staremo a vedere, l’Umile getta un sassolino, vedremo se andrà in fondo al lago, facendo tanti cerchi o rimbalzerà come quei ciottoli che lanciamo piatti sul pelo dell’acqua a rimbalzare tante volte fino a descrivere un cuore, due, il cuore nostro e della nostra Amata. Perché, vedete, noi abbiamo un grosso vantaggio, noi che al desco del Campionato ovvero a tavola sapremmo sempre come comportarci nella buona e nella cattiva sorte. L’Amore per la Pro non è come l’Ammmore per altre squadre. Il nostro non sfiorisce mai, e va bene, può essere così anche per gli altri. Ma la Nostra Amata resta sempre bellissima e lo specchio di Dorian Gray invecchia non solo gli altri tifosi ma anche i loro oggetti di desiderio, che diventano perlopiù oscuri se non sconosciuti, visti gli antefatti. Il mio amico Fabrizio dice che sarà ben difficile vedere insieme Rossi e Castiglia, giocare insieme nello stesso undici, perché – secondo lui – uno esclude l’altro ed entrambi hanno bisogno al loro fianco di mazzuolatori tipo Sandrino (non il mo amico magazziniere, neh.. ma il Ras della Fossa). Non mi pronuncio e so che tra gli Innamorati le due linee di pensiero – che diventano tre quando qualcuno, giustamente, ritiene che Rossi possa fare il meno giovane Pirlo o il Verratti della situazione, ne ho sentiti diversi – prendono strade diverse dando luogo ad una specie di diaspora. Sa lui, quel che deve fare, il Santo laico Cristiano, noi attendiamo fiduciosi domenica e viviamo questa settimana di attesa con la consueta fiducia. E serenità. Quanto alla voce che vorrebbe un interessamento di alcune squadre, compresa la Pro, verso un giovane terzino destro, 1996, Luigi Del Prete, dell’Aversa Normanna la ritengo priva di fondamento quindi, aggiungerebbero i miei detrattori, senz’altro si verificherà. Ne abbiamo già uno del 1995 e , casomai – sottolineo casomai – si volesse riempire la casellina degli over con la partenza di Disabato, sarebbe meglio, sempre casomai, prendere un anziano svincolato mestierante di categoria con l’esigenza d’ancora un anno di contributi prima della pensione. Ah, la foto sopra mi pare sia quella di Modena, la Sala dei Trofei mi metteva un poco di malinconia.
Paolo d’Abramo