Il cielo sopra il Robbiano
Aggiornamenti per intenditori
Il cielo sopra il Robbiano. Alcuni miei amici – li frequento quando il chiarore del giorno cede all’oscurità – hanno l’abitudine di sedersi sopra i residui muri di cinta del Robbiano e conversare, accanto ad altri che poco sotto e distante giocano a bocce o non troppo lontani dai loro contraltari immersi in un’immateriale gioventù, questi ultimi si scambiano baci sulle panchine, come consuetudine in primavera ma non solo. Qualche volta i miei amici scendono dai muri e passeggiano sull’erba verde sintetico, non visti accanto ai giocatori. O volano e atterrano, chi sul Sesia e sul Cervetto, chi accanto al cippo degli Eroi della Pro caduti in guerra e qualcuno vicino a Dom Claudio I, sono tutti curiosi. Oggi arrivano a trovarmi, come l’amore nel pomeriggio mentre ero lì, tra il sonno pomeridiano e il cielo appannato simile ai vetri d’inverno, al cuore in inverno. Mi hanno parlato delle ipotesi di lavoro per domenica a Como, sono queste e parto dalla prima. Pigliacelli, Germano a destra, poi Redolfi Budel Legati ed infine Filippini a sinistra, in mezzo Scavone Ardizzone Castiglia, davanti Malonga e Marchi. La seconda, Pigliacelli, Mustacchio a destra (sì, avete letto bene) Redolfi Budel Legati Germano (a sinistra) ed il resto tutto uguale, tale alla prima ipotesi. Comprendo che il miglior stato di forma fisica e tecnica unita alla maggiore predisposizione per il gioco voluto, induca Foscarini a giocarsi – nella prova generale – la messa in prova d’un abito nuovo, questo galvanizza in genere le ragazze, qualche volta anche i calciatori. Sono esperimenti, chissà se vere alternative rispetto allo schema generale immaginato nei giorni scorsi. Ad oggi è esclusa la presenza di Mammarella e Coly, domani è un altro giorno e dopodomani un altro ancora. L’Umile prende atto del tentativo d’inventarsi genialate mentre si è a caccia di punti, rincorrere la velocità e lo spunto a discapito di avversari forse meno reattivi, l’utile concretezza nello schierare Marchi invece di Beretta accanto a Malonga, e la forza d’urto di Francesco Ardizzone quale fondamentale diga agli assalti dei temibili, feroci lariani ma anche spinta di propulsione per le avanzate dei Leoni bianchi. Infine, la duttilità dei Leoni scelti, vera opportunità per un cambio di modulo in corsa. Non temete, a Como si vincerà, non contano gli uomini, non conta la disposizione in campo, serve una maglia bianca e l’orgoglio di averla addosso, tutto il resto non ha rilievo, come sempre e per sempre. Due video, nel primo parla il terzo Ganz noto in Italia, Bruno, nessuna parentela diretta con gli altri due nominati qui
http://aleprovercelli.eusebiano.it/2016/04/5812/
Ma è Bruno Ganz nel cielo sopra Berlino e non sopra il Robbiano dove stanno i nostri Eroi. Il secondo video dice che l’Amore non muore mai, ma questo già lo sapevamo.
Paolo d’Abramo