Cucina d’anime in campo elettrico

Il due a uno ai danni del Vicenza riporta il sereno in casa Pro

Intenso dialogo tra il dr. Piero Scala e Jack Beretta, courtesy friend, ovvero del mio amico #GiorgioCaligaris

Cucina d’anime in campo elettrico. Senza enfasi, con lo spirito del buon padre di famiglia e la sagacia tattica del navigato allenatore, gran comunicatore senza le paillettes che accompagnano talora alcune primedonne dell’avanspettacolo calcistico e non solo avanspettacolo, Claudio Foscarini ha avuto 5 giorni per preparare la partita con il Vicenza. Cinque giorni in cui, dopo aver – nella conferenza stampa di presentazione – salutato e ringraziato per il lavoro svolto il suo predecessore in panchina, ha sfruttato il vento a favore generato dopo il miniterremoto di domenica scorsa, proprio con l’esonero di Cristiano, e impiegato quindi l’elettricità passata nelle corde dell’anima dei calciatori in maglia bianca. Ma non solo, la capacità di Foscarini è stata quella di creare con questo lievito elettrico una pasta utile a rinsaldare il gruppo ed ha accorciato infine le distanze tra i reparti di gioco, ponendo alcuni tasselli ad incastro quasi perfetto nel ruolo, come per esempio Di Roberto. Squadra compatta, i giusti inserimenti ed aiuto reciproco in campo, un’attrazione elettrica generata dalle forze che si sono sviluppate in settimana. Il ritorno al goal ed al sorriso di Ettorino ha fatto il resto, completato dalla bella autorete dei veneti. Nel mio pezzo delle interviste, dopogara di ieri, s’è peraltro verificato un black-out di inversioni, accenti e apostrofi, in particolare nel periodo occupato dall’espressione delle parole di Marchi, troppa tensione e vis nel digitare da parte dell’Umile nel piccolo mare della tastiera, che han fatto andare in cortocircuito le dita e i microprocessori. Dopo aver rimediato al sovraccarico, causa del black-out di segni acconci e inversioni, mi concedo quindi il privilegio di scusarmi direttamente con i lettori, un privilegio raro, le scuse dirette, che non è goffo, ingombrante e malfermo obbligo ma sottile piacere che avrebbe forse salvato la vita anche a chi ha rubato sei cervi nel Parco del Re, come il Geordie del videobrano sottostante. E così, la Pro ha superato il Vicenza che fino a ieri era imbattuto, e lo ha vinto con una prova gagliarda, fatta di aiuto reciproco in campo e di quella dose – quanto basta – di Fato, a favore come il vento che ha permesso di riprendere senza interessi quanto disperso, qua e là, nelle prime 7 giornate. In genere ed in un’altra vita, l’Umile dopo una vittoria come quella di ieri sarebbe stato di certo enfatico volando da un capo all’altro della classifica nello spazio di due o tre righe. E invece no. La Foscarinite, un virus benevolo a trasmissione verbale, ti prende e si prende respirando le parole del nuovo mister e mi permette oggi di stare quieto nel mio gradino di sabbia compatta, sbalzo d’altezza ancora traballante tra i play out e l’acqua dove si tocca senza affogare, ben sapendo che la strada per poter arrivare al largo senza paura, o a riva senza aver bevuto troppo sale, non è breve. Bene ha fatto Foscarini a concedere un giorno di riposo, domenica, dopo la pressione d’una settimana intensa e la vittoria di sabato. Da domani, lunedì, si ricomincia, verso l’Adriatico di Pescara. Il Pescara di Oddo sabato ha vinto a Trapani con le reti del nostro ex Lapadula, Benali e Caprari e questa formazione: (4-3-1-2): Fiorillo; Crescenzi, Zuparic, Campagnaro, Fiamozzi; Verre (32’ st Forte), Mandragora, Selasi; Benali (22 ’st Bruno); Caprari, Lapadula (39’ st Cappelluzzo). In panchina: Aresti, Cocco, Valori, Bulevardi, Mitrita, Tortiera, Di Pasqua. Ma godiamoci ancora per qualche ora questa vittoria, prima di rimetterci all’opra.

Paolo d’Abramo