Buoni propositi

Buoni propositi. E ottimismo. Primo giorno del 2018, buoni propositi, tanti auguri. La Pro si gode la meritata pausa dopo un travagliato Girone d’Andata, la squadra ha fatto male, è ultima e solitaria, qualcuno sembra voler abbandonare la barca che affonda, altri resterebbero, l’umore dei tifosi è come il cielo di oggi, plumbeo ma anche più scuro. Il mio amico Fabrizio mi ricorda che me l’aveva detto, questa squadra era scarsa fin dall’inizio, mi ricordo che dopo una delle poche vittorie ( Novara?)  mi disse di fissarmi bene la posizione della Pro in classifica che lì in alto, per questo campionato, non l’avrei più vista. Vorrei essere più allegro ma da qualunque parte mi volti a guardare vedo plumbeo ovunque e all’orizzonte nomi

Adejo

https://www.transfermarkt.it/daniel-adejo/profil/spieler/88242

Gladestony

https://www.transfermarkt.it/gladestony/profil/spieler/194019

Yamga

https://www.transfermarkt.it/kevin-yamga/profil/spieler/290768

Il possibile scambio Firenze – Zigoni

https://www.transfermarkt.it/gianmarco-zigoni/profil/spieler/100176

Gustafson, il mio amico Fabrizio – legge tutte le pagelle –  mi ha detto che nell’ ultima gara del Torino qualcuno ha scritto che forse non è così combattivo, sarà che sente la nostalgia della partenza

https://www.transfermarkt.it/samuel-gustafson/profil/spieler/255473

Il mercato è lungo, fino alla fine di gennaio, il campionato della Pro ricomincerà il 20 a Frosinone, poi l’Ascoli in casa e la Cremonese. Ci diranno che più di così non si poteva fare, al momento non riesco a trovare l’entusiasmo utile a sperare in una salvezza mai così  lontana nella prospettiva, eppure siamo messi meglio dell’infausto primo anno del Ritorno in B, e mancano 21 partite, 63 punti in palio.  Ci sarà sempre la signora Sfortuna, il signor Arbitro, i Signori Avversari cattivi,  disponibili a recitare l’involontaria parte del responsabile, della brutta prestazione, della sconfitta, della retrocessione. E dire che ci vorrebbe anche poco per riaccendere la speranza e l’entusiasmo  per risognare la salvezza, una stella miscelen in una locanda dove fornitore e cuoco devono sempre fare i conti con disponbilità limitate e clienti esigenti. Che andassero a vedere la cempionslig da un’altra parte, perché si ostinano a voler piacevolezze da futbol ovvero calcisputicolpiditesta ( mi rimprovero la nostalgia del campo in battuto di terra e ghiaia a Pontedecimo, della tribuna di Trecate, perché qui mi sento sempre l’ospite povero e m’immalinconisco) dove, se va bene, possono gustare solo la soddisfazione degli avversari che escono, qualche volta in più, vincitori dal Robbiano Piola? Gli Innamorati  sperano che Gladestony e Adaje ci possano salvare, non possono neppure sognare ipotesi di abboccamenti con Matri o Ganz, e allora strappano via dalla segnaletica che conduce alla salvezza anche i sogni. E di Gonzalez possiamo farne a meno, troppo caro e poco amato dal pubblico del Robbiano Piola, casomai contasse qualcosa, ma forse no. Buoni propositi. Gli Innamorati, pronti a resuscitare l’entusiasmo, stanno in attesa, quelli con più esperienza si ricordano che a Vercelli ci furono presidenti che per la loro epoca furono considerati grandi sognatori, qualcuno realizzò i sogni, altro ci provò. Gli Innamorati con più esperienza pensano a Baratto ricordato come, e indipendentemente dai successi,  un presidente che amò molto la Pro, la immaginava formata di soli vercellesi, come ai tempi eroici, o Domenicale nell’hockey su pista, disciplina che ora a Vercelli sta risorgendo con forza. Perché si può vincere o perdere, giocare contro il Venezia in B o in C, a Sestri Levante o al Bentegodi, in tutti i casi l’amore resta uguale, non è il palcoscenico che fa grande l’attore. Il nostro Robbiano Piola, anche se non è più di erba, terra, fango e pula di riso, lo immaginiamo sempre grande uguale, palcoscenico, certo. Le persone e le categorie passano, quel che non si dissolve mai è l’Idea, il senso della lotta sportiva, la Storia oltre i fallimenti, la maglia Bianca nonostante tutto, la Pro come stile di vita, il senso di appartenenza senza distinzioni di ruoli, con l’Umiltà di chi sa che un club ha la sua forza nella coesione tra la Società, i giocatori e i tifosi, gli Innamorati, tanti o pochi che siano.  Anche nel freddo e razionale bilancio, per una città come Vercelli, la voce abbonati sarà sempre uguale ad un numero che sta tra le dita di una mano, la voce spettatori anche, ma sul bilancio gli Innamorati incidono poco. Come in una mano sta il cuore, quel che gli Innamorati vorrebbero veder sempre rivolto verso la maglia con la passione che qualche volta fa andare oltre i freddi calcoli, la fredda ragione. Senza tuffarsi come gli Orsi polari nell’acqua di gennaio, di certo con qualche precauzione ma con poesia, come nei video sottostanti.

Paolo d’Abramo