A Brescia l’ultimo appello per questa Pro

Situazione difficile per i Bianchi ma siamo abituati a soffrire

A Brescia l’ultimo appello per questa Pro che è come quel Milan che non segnava più. E non fa punti. Ed è ultima. In classifica. Bon. Due le notizie della giornata, la prima è che mister Grassadonia si troverà ancora per una settimana nella scomoda situazione di chi ha i piedi nudi sui tizzoni ardenti o, se preferite, percorre un asse di equilibrio sulla lama di una spada affilata.  Sono due similitudini che dovrebbero render l’idea del momento, e si può conversare intorno al fatto che le colpe sono solo del mister ma quando le cose van male nel calcio chi paga è quasi sempre l’allenatore. Dopo tre sconfitte consecutive la Pro sarà impegnata sabato a Brescia e molti tifosi si chiedono cosa dovrebbe cambiare per veder almeno il primo punto dei Bianchi. Ultimo appello.  L’ingresso di Rocca?  Grossi al posto dell’infortunato Jidayi? La seconda la escluderei, sulla prima ho qualche dubbio ma a questo punto serve muovere la classifica e se si otterrà almeno un pari al Rigamonti sarà perché i ragazzi in campo hanno sputato l’anima, anche per il mister sui tizzoni. E se si avvereranno le due ipotesi di Rocca e Grossi sarà forse come quando gli Innamorati han compreso che La Mantia e Bianchi non avrebbero potuto giocare insieme così come Polidori e Bianchi. Nonostante alcune illusioni estive  – che han colpito ahimè anche chi vi scrive ed un effetto trascinamento che ha compreso nella Rosa dei tifosi oggi abbonati pure Bianchi e La Mantia quando erano ancora in squadra – oggi la Pro mostra ampie lacune tecniche che nessun mister del pianeta riuscirebbe a colmare  e solo una componente può risollevarne le sorti, la reazione dei giocatori, quel sangue agli occhi tanto invocato, se arrivasse ci sarebbe da chiedersi perché non ha fatto più in fretta. Restano a tener acceso, almeno fino alla sesta – settima di campionato, il braciere dei tizzoni e della speranza anche l’amalgama  del gruppo. L’intesa  in campo dovrebbe migliorare partita dopo partita, quel che mi meraviglia è la forma fisica dei calciatori sani e non infortunati o reduci che, vista la discreta pochezza dimostrata fino ad ora dagli uomini schierati, avrebbe dovuto compensare il divario tra la Pro e le avversarie. Se poi si mettono anche gli errori dei singoli allora è finita ancor prima d’incominciare e resteranno gli Innamorati a prescindere solo loro beati loro, a vedere arrivare il sole o la fine della pioggia. Ultimo appello. La seconda notizia, sì, gli allenamenti a porte chiuse per tutta la settimana, credo. È una novità solo parziale, generalmente le porte si chiudevano dopo un giorno o due, magari stavolta si apriranno per la rifinitura dopo. È ragionevole comprendere che se l’allenatore deve riprendere duramente un calciatore che sbaglia preferisce non avere occhi estranei, estranei perché i tifosi sono estranei come gli osservatori di Frosinone Ascoli e Cremonese, con le porte aperte il passivo delle sconfitte sarebbe stato probabilmente ancor più pesante. Un mio amico, notoriamente un ottimista –  o realista dipende dai punti di opinione – è convinto di ciò,  ovvero che tutto quest’agitarsi dei tifosi è inutile, ed  ha usato la similitudine delle mosche dentro un bicchiere rovesciato – lo ha detto lui neh – si agitano si agitano, c’è chi dice che si deve cambiare allenatore, chi afferma che si deve giocare in attacco, chi in difesa, ma non sanno che dal bicchiere, seppur trasparente,  non si può uscire. Insomma per il mio amico è solo cronaca di una retrocessione annunciata. Allegria. E Forza Pro.

Paolo d’Abramo