Che colore ha

Sabato pomeriggio al Robbiano Piola

Ma che colore ha la partita di sabato al Robbiano Piola con la Salernitana? È piu facile scrivere il colore che non ha, non ha il nero della paura, il giallo dell’invidia, il rosso della passione perché la nostra passione è Bianca, ha un verde pallido di speranza, per la Salernitana che gravita ancora nelle sfere dei play off a soli due punti teorici, per noi, in caso di vittoria, la certezza della salvezza e l’acquisizione di quel verde pallido ora solo nelle mani e negli occhi degli uomini di Bollini, mister dei Campani, un verde pallido che molti Innamorati non vogliono sentir o vedere perché dicono con buona ragione che dobbiamo pensare  a  salvarci e poi divertiamoci senza pensieri. Certo la vittoria con la Salernitana ci avvicinerebbe a quell’undicesimo posto che il mio amico Marco aveva visto come possibile, come possibile all’inizio del campionato. Undecimi, ottavi o tredicesimi, cambierebbe un  poco ma relativamente poco. Contro la Salernitana del titolarissimo Mattia Sprocati, rigenerato, talentuoso lo sapevamo, fragile eppur brillante. E di Ronaldo, se giocherà, chissà. Salernitana in buona forma, Salernitana quasi in forma come la Pro che, quanto a formazione, è un libro aperto e lo conferma anche il mio amico Fabrizio, con un dubbio, massimo due. Dietro, Provedel, Berra, Luperto Bani Legati, Eguelfi. In mezzo Palazzi Emmanuello Vives. Davanti Aramu e Comi titolarissimi. Unico dubbio il ballottaggio tra Berra e Umbertino ma credo che partirà dal primo minuto Berra. Gli infortuni di Bianchi e Morra, i recuperi non ancora del tutto completati di Vajushi e La Mantia, ce ne facciamo una ragione. Con la Salernitana la Pro ha l’occasione di proceder nella striscia positiva, da dieci a undici, toccate legno, un pari o una sconfitta non cambierebbero la carte in tavola, una vittoria ci farebbe cambiar tavolo, almeno ci farebbe alzare definitivament dal tavolo ove  la posta in palio è la salvezza per andare a guardare qualche altro tappeto verde ed eventualmente  sederci, accomodarci per capire se possiamo banchettare anche noi a medio alta quota, il risultato che la Rosa attuale, al netto degli sfortunati infortuni, meriterebbe di raggiungere per qualità tecnica, ci starebbe dentro alla grande. Tutto è possibile, in questo calcio così distante da quello dei Bellopede, dei Finozzi, dei Lombardini, dei D’Agostino che oggi – come mi diceva ieri sera il mio amico Fabrizio ed io confermavo- oggi sarebbero titolari in serie A , anzi secondo me Bellopede e Lombardini sarebbero in Champions League – un altro calcio, questo, fatto di muscolissimi, di corse e meno poesia, di pullman davanti alla porta con dieci uomini in area piccola a difendere, il fine giustifica i mezzi, il catenaccio c’era anche prima di allora ma era più genuino e meno plastico, nel senso di pallone che quello con le cuciture se ti prendeva bene ti faceva lo scalpo. Uggiosi, quasi noiosi, quelli che inneggiano alla Pro di oggi, irridendo i fantasmi dei gufi e magnificando un gioco che per buoni tratti non c’è o se c’è non è quello che piace anche se è bello. La critica neutra, senza colore,  è giustificata da uno spettacolo che non può essere definito bello solo perché si vince o non si perde.  Che  colore ha, che colore avrà una giornata di sole, una giornata uggiosa lunga i mesi del grande freddo e che si apre alla bella stagione con la promozione di curva ovest gratis per gli under 25? Bianco con sfumature di verde pallido, non già perché il verde è il colorante artificiale dell’erba naturale sui campi di calcio, la nostra pelouse verde brillante è sintetica, ma perché con tre punti il verde è più brillante nella classifica delle certezze raggiunte e delle speranze da coltivare nel campo dei piccoli sogni e sarebbe il nostro. Arbitrerà  Juan Sacchi di Macerata, assistenti Margani ed Oliveri, quarto uomo Provesi. Video sottostante.

Paolo d’Abramo