Si avvicina
A Novara, domenica ore 15
Si avvicina il derby con il Novara, è giovedì sera quando scrivo il pezzo, sappiamo che arbitro sarà Juan Luca Sacchi della sezione di Macerata, sappiamo che saranno numerosi i vercellesi che andranno a Novara, 600, 700, 1000, chissà. La vedrò in televisione e la commenterò per radio, non me ne dispiace. Sono troppo forti le emozioni della gara, per una partita che non decide nulla del campionato nostro o di quello del Novara, vale tre punti come tutte le altre. Cambiano i significati, per gli Innamorati e per i tifosi del Novara, la rete di Emmanuello all’Andata, al 94′, gli scudetti nostri che sono del Paleolitico ma il Novara non li ha, come non ha uno Stadio che si chiama Robbiano Piola, potrebbero dire Marmo Piola, è più moderno ma con meno fascino, preferivo quello di via Alcarotti, ci siamo giocati la serie C, mentre il Novara ci guardava dal’alto in basso, ma senza scudetti . Possono dire che siamo la Pro Belvedere con un nuovo abito, possono dire che quella volta sono rimasti tra i professionisti quando sarebbero retrocessi, dopo la nostra fatal Pontedera. È un incantesimo ogni volta che vediamo le Bianche Casacche, in qualunque categoria. Eppure, siamo ancora qui, e ci saremo sempre, con o senza Vajushi, con o senza La Mantia, sicuri assenti. Morra? E chissà. E siamo la Pro, in ogni caso, un nuovo abito ma sempre la Pro. Al Novara potrebbero mancare Lancini e Dickmann, Troest di sicuro, squalificato. Il Novara lotta per i play off, noi per salvarci, in questa serie B che non ha il sapore delle salamelle di Montichiari, del vin brûlé che non c’è più, come le piante intorno alla pelouse del Robbiano. Abbiamo Rolandinho, Mattia Aramu, Legati che fa i cross e lancia alla trequarti, talvolta anche in area. È una Pro tonica che viene da qualche risultato utile consecutivo, il Novara di più, vince e non perde da sette partite, mi dicono. Non so se attendermi una sorpresa dall’inizio o in corso d’opera, un Luperto, un Nardini, non ancora Altobelli. Si va a Novara per giocare una partita che mi attendo agonisticamente intensa, forse anche cattiva. Calciatori professionisti che però sentono in qualche modo il clima della gara, permeati da un’ombra, ma solo un’ombra, di campanilismo tra le spire di una serie B che tiene in vita il Latina e attende il giudizio su Pisa e Avellino. Possiamo salvarci senza code, senza play out, possiamo toglierci qualche soddisfazione, mi ricordo un derby visto in curva a Novara sotto la pioggia ghiacciata, devono essere passati quasi vent’anni, c’era Miragoal, il 5 novembre 2000, finì 2 a 0 per noi, mica nel Paleolitico. Novara, poi Hellas e Latina, ce la possiamo fare, a recuperare posizioni e consolidare l’entusiasmo che ad un certo punto, in questo campionato ed ascoltando il polso emozionale degli Innamorati, batteva più lentamente. Siamo ancora qui e di certo ci salveremo, alla faccia di tutti i gufi e degli angeli salvatori, riprendo il salmo laico di ringraziamento, almeno una volta al giorno. Ad essere obiettivi qualche volta si passa per gufi, ma è solo un’impressione di chi non sa quante ne abbiamo passate, di notti, nei boschi e nei Prati, così si chiamava il rettilineo d’un campo dove siamo stati a soffrire, per la nostra Pro, sì – nonostante qualche opinione ostinata e contraria- la Nostra Pro. Dalla parte dei Tifosi e dalla parte della Pro, è possibile, nulla di personale, mai. Sofferenza sugli spalti, settimanale anche a casa, ci ha indurito una scorza che è diventata corazza. Sabato mattina la rifinitura a porte aperte, per caricare ma non troppo, allegri ma non troppo. I giochi per la formazione, per le due formazioni, saranno quasi fatti, i dubbi quasi risolti. Il Novara rischia di giocare con una difesa mancina, alla fine però qualcuno recupererà. E noi? Alla benevolenza di Eupalla e del tocco dei nostri Eroi, per bissare il successo dell’andata, tutto è possibile. Il tuffo nell’azzurro, il Leone non ha paura.
Paolo d’Abramo