I’ vorrei che

S'avvicina il Como

I’ vorrei che, altro cavallo di battaglia dell’Umile. Mentre continuiamo a ragionar sempre d’Amore con gli Innamorati di Pro, s’avvicina la scadenza prossima, la gara con il Como dell’ex Giacomo Casoli, del figlio dell’ex Maurizio “El segna semper lü” Ganz, dell’ex nerostellato Ebagua e, soprattutto visto che i figli sono tutti uguali ma qualcuno è più uguale degli altri, di Andrea Marconi, indimenticato Leone, recente e rimasto nel cuore dei nostri cuori. Due pullman in preparazione sulle rive del Lario per i tifosi lombardi , nessuna rilevante novità rispetto all’allenamento di ieri, l’attesa per una piccola metamorfosi che trasformi la Pro da larva – nel senso Latino del termine ovvero maschera spettro fantasma – almeno in adulta farfalla, in ape operosa o in formica che trascina  – con il suo corpicino da combattente –  pesi assai superiori al suo. Ed attendiamo che sboccino definitivamente tutti i germogli ancora chiusi, inespressi, e che Mustacchio – qualche mese fa qualcuno disse  a  me Guido e Lapo che si poteva scegliere ed è stato scelto lui al posto di Acosty, o forse era un sogno – finalmente riveli tutta la sua tempra, il suo fiero valore, ora che finalmente è giunto ad un buon livello di forma. I’ vorrei anche che Germano si traslasse in avanti, che Beltrame o Scaglia facessero uno o 5 assist – ma pure i cross vanno bene – per Marchi, che Beretta entrasse e facesse una doppietta al Como, che Pigliacelli arrivasse fino a dentro l’area avversaria e, buttato giù, si procurasse un rigore anche nei minuti di recupero del secondo tempo. Sul centrocampo non ho desideri, che facciano quel che possono o si trasformino dentro una cabina del telefono, se riescono mentre arriva l’uomo ragno. Giovedì gnocchi, venerdì rifinitura e sabato la partita della vita soprattutto per gli azzurri del Como, adagiati sul fondo ma vogliosi di recuperare il terreno con alla testa il nuovo mister Gianluca Festa. Continuo ad avere della Yoshimoto lo stesso Presagio (Triste, nduc), che, peraltro, non è poi così triste come sembra ma rappresenta la vita degli Innamorati di Pro, sempre profondi nei sentimenti. E in trepidazione per le vicende societarie. Abbondanza di video, ben tre.

Paolo d’Abramo