Alla corte di Claudio I

Lunedì, si riprende a correre

Immagine d'archivio, dell'amico Giorgio Caligaris

Alla corte di Claudio I, che in realtà il nostro Foscarini ha l’autorevolezza del regnante nel parlare, nel comunicare le sue idee, la chiarezza espositiva ma anche la grande capacità di ascoltare e decidere per il bene comune, che poi è anche un po’ il suo. Benevolo ma deciso, Claudio Primo avrà la meglio su tutti i Gargamella del mondo, anche quelli che dietro le quinte del Teatro calcistico Robbiano Piola lo guardano, come un botolo troppo cresciuto Vi osserva mentre passate oltre la vetrata di casa dei suoi padroni. La vittoria per uno zero, con il Livorno, è un altro passo verso la risalita in graduatoria, nelle avversità di tempeste influenzali, muscolari, qualche volta anche psicologiche. L’uno a zero, seppur per autorete, avrebbe potuto essere consolidato se Marchi fosse stato sereno e lucido, e lasciamo stare che ha tirato tanto per tirare e la gamba è andata senza piazzare la palla, per timore di un’ammonizione, falsa interpretazione. L’arbitro non aveva fischiato dopo la segnalazione dell’assistente, il gioco continuava e quel goal che l’Umile aveva sognato è andato a stamparsi sul corpo del simpatico Pinsoglio. Comunque Ettore si è speso tanto ed ha lavorato assai per la squadra, la vittoria è anche merito suo, non solo di autogoal. Un poco meno merito di Beltrame, non solo per non aver ringraziato i tifosi a fine partita ma anche perché, come ha detto da Foscarini in Sala Stampa – ed ora qui l’Umile edulcora e interpreta- lui (inteso come Beltrame) ed Emmanuello devono ancora tradurre in modo corretto lo stare a tavola in serie B. Qualche volta si mangia con le mani, si randella chi ti vuol fregare la roba che sta dentro il piatto, si mette il piede per fare lo sgambetto a chi vuol saltare la fila al buffet, sportivamente s’intende. E che, tutto sommato, Emmanuello, ha fatto il suo, ben impostato tecnicamente, qualche volta il piede – e non solo per un involontario piedino – lo mette, bello pieno per vincere un contrasto o felpare un passaggio. Sabato è già subito sera, partita alle 20 e 30 con il Modena a Modena, quel Modena del pericolante Hernan Crespo. Vi prego, non abbiate Pietas di lui, non tanto per l’uomo o per il mister – che Crespo è anche simpatico – ma perché l’esercito di Claudio I deve proseguire la sua marcia verso nuovi territori, di conquista o condivisione, insomma anche un pareggio ci potrebbe stare, risultato che nell’era del nuovo regnante si è visto poco. Dell’infermeria bianca invece oggi, lunedì, avremo notizie. Hernan Crespo è il pericolante allenatore dei canarini alla corte del presidente Caliendo. Nella sconfitta per 2 reti a una di sabato contro il fortissimo Cagliari, Crespo ha così schierato i suoi uomini, con il 3-5-2 e Provedel, Cionek, Marzorati, Popescu, Calapai, Doninelli (79′ Granoche), Giorico, Rubin, Belingheri (85′ Marchionni), Stanco, Nizzetto (35′ Olivera), l’espulsione di Popescu al 44’ costringerà il Paulo Sousa in salsa tanguera a cambiare l’undici. Oltre all’attuale somiglianza fisica con l’allenatore della Fiorentina e la brillante carriera da footballeur, Crespo condivide un lontano e sfumato credo calcistico, l’italica lingua d’adozione ma di certo non l’attuale stato di forma della compagine guidata. In attesa di darVi in serata aggiornamenti sui lungodegenti, i ricoverati e gli eventuali nuovi arrivi in astanteria.

Paolo d’Abramo