Il Novara e la Pro, navi e nocchieri in gran tempesta

Panchine che danzano come navi in tempesta e giocatori che devono mostrare di che pasta son fatti

Il Novara e la Pro, navi e nocchieri in gran tempesta. Ieri, dopo aver presentato la Pro che sarà, nel pezzo

Pro pudica come la mimosa

Vi avevo promesso che avrei scritto del Novara. Mister Baroni, l’allenatore preparato e perbene dallo sguardo di Gaucho triste e che i tifosi azzurri hanno soprannominato sui Social Camomillo, in ricordo del Torero dei fumetti, deve prendere intanto una decisione sul modulo, il prediletto 4-3-3 oppure l’innovativo 4-3-1-2, in virtù del buono stato di forma dell’Ungherese Krisztián Adorján, classe 1993, giunto a Novara dal GroningenEredivisie, serie A olandese – ma di proprietà del Liverpool cui il Novara ha dato 750.000 euro per l’acquisto. Adorjàn potrebbe essere impiegato sia come esterno offensivo destro che come trequartista, in questo modo Baroni potrebbe cambiare in corsa il modulo. Per stare al tema dell’attacco, ha destato un certo scalpore il rifiuto da parte di Galabinov  alla convocazione della Nazionale bulgara, tutto per giocare il derby. Non sono comunque certo che Baroni schiererà il feroce Galabinov dal primo minuto, se così fosse il tridente sarebbe composto da Gonzales e Galabinov con Adorjan trequartista. Se invece il feroce Galabinov partirà dalla panca, allora spazio a Roberto Rodriguez – ispanico-svizzero proveniente dal San Gallo a far coppia con l’italo-argentino Pablo Gonzales –  classe 1985 ex Racing, Locarno,Palermo e Siena – che farebbe la prima punta. A centrocampo Casarini Viola e Signori, dietro Da Costa in porta e linea difensiva composta da Marco Davide Faraoni classe 1991 in prestito dall’Udinese, Troest, Poli e Dell’Orco, ventunenne sinistro in prestito dal Sassuolo, giovane non solo di prospettiva ma anche di presente. La formazione del Novara è senza dubbio assai più costosa e più forte tecnicamente della Pro. I Leoni potranno avere qualche chance solo se giocheranno fino allo stremo, cercando di mettere in pratica quanto sanno fare ed al contempo, provando a far giocare male gli avversari, esperimento che l’anno passato ha dato i suoi frutti e quest’anno molto meno. Il mio ossimoro, cioè le mie sensazioni razionali mi dicono che perderemo ma l’animo del combattente m’invita almeno provarci. Andassi io in campo. Ci vanno altri, in maglia che spero – come per tradizione – bianca. E che ci mettano orgoglio, il nocchiere e l’equipaggio – che vorremmo combattente e non ciurma ammutinata – in questa gran tempesta, dimostrando che la Pro è sì donna di provincia ma nobile e pugnace, invece d’essere altro che potrete ascoltare di seguito nel Sesto Canto del Purgatorio di Dante. Miriamo a salire da questo Purgatorio di classifica, non dico all’Empireo ma almeno fuori dalla zona play out.
Paolo d’Abramo