Il lieto fine
Sabato pomeriggio arriva il Brescia
Il lieto fine, è quel che aspettiamo. Intanto, il Robbiano Piola per due giorni, come spesso accade di questi tempi, diventa un hotel sperduto tra le montagne, isolato causa neve, distante da qualunque ragionevole centro abitato, con le porte chiuse. E’un albergo di segreti e quasi senza ossessioni, tranne quella del goal da fare e non subire. E’ un hotel con qualche dubbio di composizione di squadra del personale addetto e designato dal direttore della struttura – mister Foscarini – a ricevere gli ospiti nel luogo impervio. Le cinque sconfitte consecutive sono un frammento di film horror, agli occhi degli innamorati uno Shining senza colpevoli, altro che Jack Nicholson. Anche il Leone chiude gli occhi. Gli echi delle valli riportano che Dom Claudio I ne abbia provate tante per sistemare al meglio le maestranze addette, tra il rombo con Budel e Rossi ai vertici verticali, Scavone e Castiglia ai fianchi, alla verifica – ieri – di Sprocati, il rientro di Bani oggi con l’ipotesi Malonga esterno, sul lato opposto Mustacchio e Marchi terminale offensivo. Oggi, tra l’altro, ho sognato così, Germano Bani Legati Mammarella, Castiglia Rossi Scavone, Mustacchio Marchi Malonga. Manca il bimbo con il triciclo che potrete vedere nel video sottostante, ma non ha l’età e forse non ha l’età neppure Budel, epperò con il beneficio dell’inventario di sabato che sta per arrivare. In ogni caso, quest’ultima formazione sembra la più ragionevole, non escludo che Foscarini, alla fine, lasciando invariata la difesa a 4, possa provare a mettere in campo sabato contro il Brescia le due punte, ovvero Beretta e Marchi. In questo modo dimostrerebbe a sé stesso ed agli altri che si può anche fare a meno del 4-3-3, perché i moduli sono solo numeri, il 4-4-2 è nel mazzo la chiave che non hai quasi mai provato e forse non funziona. Il 4-2-3-1 copre doppio, lascia scoperti i piedi, ti preserva dalle raffiche di tempesta degli avversari che sfondano con facilità la linea della trequarti, schiaccia quasi costantemente la squadra che non riesce a portare palla in avanti senza un lancio di almeno 30 metri, e – scrivevo – lascia scoperti i piedi di Marchi, nessuno glieli pesta, speriamo che sabato si sblocchi, enfin. Potremmo non essere risparmiati dalla grandinata sulla fascia del bresciano Embalo, una gazzella di potenza devastante. Chissà se mister Boscaglia troverà un posto nel suo albergo per Salifu, arrivato a Brescia dopo essere stato anche avvicinato alla Pro. Intanto pensiamo alla Pro, come sempre, le ipotesi di formazione sono talmente numerose che si perde il conto, per l’abbondanza di soluzioni. L’Umile vorrebbe davvero trovare un posto da titolare a Budel fin da subito, ma non ci riesce senza il rombo di brucatiana memoria e forse neppure ci riesce Foscarini. La Pro sabato vincerà, ma nel periodo ipotetico dell’irrealtà che ciò non accadesse, anche solo con un brodino caldo e vegetale d’un pari ci lascerebbe in sospeso, aggrappati ad un trenino triste, una delle ultime carrozze che sferraglia lungo la graduatoria della serie B. Dovremmo stare allegri? E come si fa, quando vedi che una bell’anima a te cara è anche un poco malata? Parlando d’arbitro, dirigerà Daniele Minelli della sezione di Varese, dirigente d’azienda. Qualunque cosa accada non sarebbe più il caso di prendersela con il destino cinico e baro, con l’arbitro, con gli avversari troppo aggressivi, con la nostra povertà. Poveri ma belli, almeno questo, belli dentro soprattutto ed anche fuori quel che basta per resistere con dignità e decoro alle intemperie di questa B che qualcuno sostiene non ci meritiamo, un’esagerazione come la tristezza che ci prende – qualche volta – per chi non ci merita. In attesa del lieto fine.
Paolo d’Abramo