La nostra Giulietta è ancora lontana
Tanti piani da scalare
La nostra Giulietta è ancora lontana, ci sono ancora tanti piani da scalare. Intanto, Dom Claudio I decide per le porte chiuse. E così sia. Giovedì pomeriggio niente allenamento per gli Innamorati che giorno dopo giorno ascoltano il battito del cuore del cuore bianco, un cuore vero sulla pelouse verde sintetica. Intanto il Cesena– prossimo avversario sabato pomeriggio alle ore 15 al Robbiano Piola – è stato penalizzato di un punto per un ritardo nel ripianamento patrimoniale. Ma a noi cosa importa? La Pro deve salvarsi e il Cesena vuole andare in serie A, gli obiettivi sono diversi, la nostra Giulietta è al 50° piano, quella del Cesena deve lanciare una treccia ben più lunga, di almeno dieci o quindici piani. Ci arbitrerà Daniele Minelli, nato a Varese quando l’Italia vinceva il Mundial spagnolo. Minelli è dirigente aziendale, quest’anno ne ha arbitrate 6 in serie B, 33 ammoniti, 4 espulsioni, 4 vittorie in casa e 2 pareggi, tre rigori concessi. Non ci sarà Marchi, squalificato, rientrerà Scavone dopo il turno di stop per somma di ammonizioni. Castiglia lo abbiamo rivisto in campo dopo un lungo stop, ma l’Umile contro la Ternana lo ha visto come avrebbe sentito un’automobile andare a giri bassissimi, a tre cilindri come si diceva una volta delle auto. Il vero oggetto misterioso ora è Fausto Rossi e per quanto sia lungo il campionato di B, per l’Umile Faustinho è alla sua (pen)ultima chiamata. Una volta non è ancora in forma – difficile che fosse meno in forma di Castiglia contro la Ternana – l’altra volta non è la partita per lui, incomincerei a pensare che non rientri nella mentalità di gioco di Dom Claudio I. A meno che. A meno che Foscarini ci faccia la bella sorpresa di proporlo sabato dal primo minuto ed allora rivedrei la mie idee, anche volentieri. Dopo aver ampiamente compreso che per l’Allenatore venuto del Nord Est i giocatori da B devono essere più determinati di Sandrino il mazzuolatore ma anche più fortunati, tipo il Ras della Fossa, mi chiedo se non sia il caso di riportare la naturale coppia di centrali Bani e Coly al loro posto e ricollocare Umbertino dietro. Mi chiedo anche se, per una volta, si potrà scendere in campo cercando di fare la partita, costi quel che costi. A meno che ci sia la convinzione d’avere una squadra che era mediocre non solo nella preparazione fisica ma anche nel talento da cadetteria. E con un centrocampo che funziona soprattutto con incontristi mazzuolatori e non con fini dicitori del bel canto eupallico. Ed allora sarebbe grigia più che bianca, perché la rivoluzione di gennaio, più sanguinosa di quella d’ottobre, condurrebbe lontano da Vercelli 4- 5 giocatori e ne farebbe arrivare altrettanti a discrezione del Dom, insomma mezza squadra. Che non è per nulla poco come ribaltone, con l’augurio che lo sia anche nel gioco e nei punti guadagnati.
Paolo d’Abramo