Un vetro di Murano sulla scogliera di Dover
Dopo il tre a tre con il Livorno
Un vetro di Murano sulla scogliera di Dover, due maschere con espressioni opposte, così per fare sintesi. Si deve guardare avanti e così Vi scrivo le prossime gare della Pro, da qui alla fine del campionato. Lunedì 20 Aprile, alle ore 20 e 30, la Pro giocherà il posticipo a Chiavari con l’Entella. Sabato 25 aprile alle 0re 15, al Robbiano Piola, Pro Vercelli vs Latina, martedì 28 aprile i Bianchi leoni saranno a Pescara per Pescara vs Pro Vercelli, partita serale con inizio alle 20 e 30 eppoi sabato 2 maggio Pro Vercelli vs Crotone, sabato 9 maggio Ternana vs Pro Vercelli al Liberati di Terni, sabato 16 maggio Pro Vercelli vs Bologna e la Stagione regolare si chiuderà a Trapani venerdì sera, 22 maggio con la gara Trapani vs Pro Vercelli che incomincerà alle 20 e 30. E così ho preso tempo per commentare un pari funambolico, quello contro il Livorno di Panucci, 3 a 3 e due anime vercellesi – ma potrebbero essere anche livornesi – che litigano tra loro per la vittoria gettata via o il punto conquistato. Il Livorno che Panucci ha razionalizzato è un Rottweiler feroce quando attacca ma con punti deboli difensivi che lo trasformano in un pachiderma anche un poco distratto, piccole amnesie mentali e fisiche che compromettono il risultato finale. La Pro è il pittore talentuoso che dipinge un quadro bellissimo, molto emozionale, si gira per uscire dall’atelier e, inavvertitamente, inciampa su una latta di acquaragia che si sversa sull’opera appena ultimata. Quando è in vantaggio la Pro non è un Rottweiler ma ha lo sguardo mite del Pulcinella di mare, conosciuto anche come Puffin, altro che Leone. Sul tre a due non puoi farti raggiungere a 5 minuti scarsi dalla fine, non devi e non puoi, a costo di buttare la palla nelle buche dell’Opificio dietro la Curva o rotolarti urlante per qualche ora dopo che Ti hanno toccato la caviglia. Ingenuità o fragilità emotiva, decidete Voi di che si tratta ma certo non mi fa stare tranquillo per le prossime gare che Vi ho elencato sopra. Non mi basta sapere che un nostro bravissimo difensore cicca un rinvio o la palla gli passa sotto a 5 minuti dalla fine, non mi basta. E neppure riesco a dormir se troppo spesso ci facciamo prendere d’infilata dietro, che Ti chiedi perché nella corsa sui 50 metri i Veterani devono competere nella stessa categoria degli Juniores. Ieri contro il Livorno ci sono stati anche diversi aspetti positivi, perlacarità. Per esempio che abbiamo pareggiato contro una squadra in cui il giocatore che prende meno soldi ne piglia tre volte uno dei nostri e per una parte di gara abbiamo anche giocato da pari a pari, per una parte neh. Quel che mi preoccupa è la fragilità, emotiva e fisica e, nell’attesa, incomincio a dubitare che arrivi l’autobus dell’esplosione fisica dei nostri che vengono fuori alla distanza e stracciano tutte le compagini avversarie correndo ampiamente più di loro negli ultimi 20 minuti. Anche ieri, vuoi perché con una troppo bassa soglia del dolore o perché troppo fragili emozionalmente, ho visto soprattutto giocatori della Pro a terra per crampi, rispetto a quelli del Livorno. E la scusa o la ragione che han giocato poco in Campionato nella mia testa non regge, quando sei chiamato in causa devi correre più degli altri, sempre. Gli aspetti positivi ulteriori? Una fase offensiva – e con giocatori che han fatto vedere cose belle – capace di mettere dentro la rete del Livorno tre segnature, un pubblico che dovrebbe conservarsi così fino alla fine del campionato, il gruppo squadra in generale (la maglietta di Ettorino esposta dai compagni dopo la prima rete). Le cose negative: la fragilità, siamo un fragile vetro di Murano in bilico appoggiato su una roccia delle bianche scogliere di Dover, canale della Manica, abbiamo un Ronaldo che – è normale dopo tanta assenza – ogni tanto accende una luce bellissima sul vaso appoggiato in scogliera ma spesso la tiene ancora spenta e così soffriamo. Ah, martedì sera prossimo non ci sarà lo squalificato Ronaldo ma rientrerebbe Giannino, un posto lo troverà sicuro e – anche Voi che mi leggete – cercate un posto e un modo per andare a Chiavari, potrebbe valerne la pena.
Paolo d’Abramo