Le mani nella marmellata
Non sappia la destra quel che fa la sinistra
Beh, almeno la marmellata è dolce, può essere talora acidula come la marmellata di agrumi senza zucchero ( o come la marmellata di limoni o arance amare liguri) ma insomma lo zucchero della frutta c’è, dolce come i tre punti d’ una vittoria, magari sabato con la Virtus Lanciano. Per noi è dolce anche osservare gli allenamenti dei Leoni o parlare con loro, quando si può. Questa settimana è dura. Si allenano quando non è previsto dal programma ufficiale e non si allenano se la seduta è in calendario. Forse stanno davvero seduti a confrontarsi tra loro o a guardare in continuazione video sui prossimi avversari. In ogni caso un modo elegante per tener lontano da occhi discreti ed indiscreti Innamorati oltre che osservatori misti. Certo che il mondo del calcio è strano. Vai a prendere calciatori con un buon rapporto prezzo/qualità/esperienza e son già verso il bollito. La Virtus ti scopre un ’94, un Monachello a caso per esempio – che ha giocato in Russia, nel Principato di Monaco ed a Cipro come mi faceva notare ieri sera il mio amico Fabrizio che sua moglie dice siamo quasi fidanzati perchè non esiste giorno che non parliamo almeno mezz’ora (di Pro, certo) . Va bene, Monachello, quindi. Una specie di sconosciuto ai profani che arriva in Abruzzo e diventa, chessò, il nuovo Zaza. Noi prendiamo, con tutto il rispetto, Beretta, o magari Aladje. Il nostro Diesse sta facendo di tutto per calamitare su di sè le attenzioni e le critiche. Non che ci voglia molto. A gennaio abbiam tratto profitto economico (forse era quanto richiesto) ed ora soffriamo come quando un subacqueo sta per consumare tutto l’ossigeno e non riesce a risalire. Sperando che il lumino di energia a dinamo fatto vedere da Sprocati a Perugia si trasformi in un lampione grande grande. O che Bani, forse anche Ardizzone, diventino Supereroi o giocatori da B tutti i sabati e nei posticipi. Non sappia la destra quel che fa la sinistra, Ti ritrovi con giocatori che devi imparare a conoscere e il campionato è bell’e finito. Ed in effetti non so se D’Alessandro lo vedremo mai in campo, certo che si deve scaldare molto, lo troviamo pronto per il finale. Se ci si fida (o lo si conosce o si vede subito che è fortissimo) lo si mette dentro subito, sulla destra con Germano a centrocampo, ma forse è bene non fidarsi, il fatto è ignoto. Stellone e l’esonerato Novellino dovevano avere visto male (o bene) su Luppi e Musacci, spero che questi ultimi due citati possano tornare utili nel finale di stagione quasi come Ronaldo. Le mani nella marmellata significa, e forse ed ancora forse, anche sporcarsi per andare a vedere su campetti di periferia calcistica giocatori nascosti agli occhi degli squali ma capaci. Cristiano non ha responsabilità se non, forse, di aver pensato – tranquilli, l’ho sognato che lo pensasse – verso gennaio a giocatori irraggiungibili e cari come una cena con una Top Model, forse di più, diciamo un fine settimana con una Top Model. Però, non già un Monachello ma uno di quelli acquistati dal Carpi qualche anno fa e presi dall’Aversa Normanna, dalla Virtus Castelfranco, dal Cerea o dal Chievo Primavera, per esempio. Avere le mani nella marmellata significa anche conoscere tutti i giocatori, dai giovani compresi tra i 18 ed i 23 o 27 anni, dalle Primavere fino alla serie D e andare a portarli qui, per stupire, per stupirci. E portarne di conosciuti almeno un poco dagli allenatori (dall’allenatore). Vabbè, vediamo di salvarci con questi Leoni e di festeggiare mettendo tutti insieme le mani dentro un enorme barattolo di marmellata (di visciole, di limoni o di corbezzolo), sarà dolce naufragare in un mare di marmellata quasi quanto, per me, mangiare un bel piatto di spaghetti al pesto (di rucola), in casa ne conservo sempre almeno un barattolo di quello biologico, è la mia passione, non me lo farò mancare.
Paolo d’Abramo
In foto – da www.csenabruzzo.net la marmellata di visciole, quella citata dal Frate celebrante il matrimonio tra Giovannino e Valeriana (Viaggi di Nozze, Verdone)