Hic manebimus optime
Domenica ore 17.30 al Robbiano Piola
Hic manebimus optime.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Hic_manebimus_optime
Hic manebimus optime (“Qui staremo benissimo”) è una frase diventata celebre come espressione di risolutezza. È riportata da Tito Livio nella sua Storia romana (Ab Urbe condita libri, V, 55) e attribuita a un centurione. I senatori, dopo il sacco della città ad opera di Brenno, capo della tribù dei Galli Senoni, nel 390 a.C., discutono se lasciare Roma e trasferirsi a Veio oppure ricostruire la città. Mentre erano riuniti a consiglio nella Curia Ostilia, giunse la voce di un centurione che ordinava al vessillifero (signifer) di piantare le insegne. La frase venne interpretata come buon auspicio e il Senato romano prese la decisione di restare. L’espressione è divenuta una frase d’autore quando, il 12 settembre 1920[1], fu ripresa e usata come motto dal poeta Gabriele D’Annunzio durante l’occupazione della città di Fiume (1919 – 1920), città divenuta autonoma dopo la prima guerra mondiale, ma rivendicata con forza dai reduci italiani. La frase, utilizzata con il significato di «siamo qui per restare», fu anche stampata con l’effigie del Vate sulla prima serie di francobolli della Reggenza Italiana del Carnaro, emessa il 12 settembre 1920. Eugenio Montale inserì la citazione nella poesia Al mare (o quasi):”Hic manebimus se vi piace non proprio/ottimamente ma il meglio sarebbe troppo simile/alla morte (e questa piace solo ai giovani). “
Inutile provare a capire, oggi mercoledì , nell’ultima seduta a porte aperte prima del derby di domenica, eventuali mutamenti della formazione e della tattica in casa Pro. Esercizi fisici e particelle di partite a ranghi misti e spazi ridotti, sparuti tifosi sugli spalti, tribuna esaurita per domenica, curve piuttosto pienotte ma non ancora del tutto e la nostra è ancora distante dall’essere pienissima, bene ma non benissimo il Rettilineo di Tribuna ed ancora un migliaio molto abbondante di posti nella Gradinata opposta alle Tribune. Stiamo al calcio giocato, partendo da alcuni punti presuntamente fermi, ovvero da Provedel e poi. E poi potrebbe essere ancora difesa a 3 ma non ci metterei la mano sul fuoco perché la sorpresa è la prima arma da giocare, non solo in partite come quella con il Novara. Infatti Carbone, mister della Ternana, disse – dopo la gara persa nello scorso turno con noi – che ci ha messo un pochettino a cambiare la sostanza del gioco in campo, chissà forse quei 10-15 minuti iniziali nei quali abbiamo fatto bene o molto bene, a seconda dei punti di vista. La struttura della difesa condiziona quasi tutto il resto, anche se altri punti fermi, ad Umile avviso, potrebbero essere le presenze di Altobelli e di Palazzi, in un ipotetitico 4-3-3 insieme a Castiglia, da un pochetto sistemato se non in naftalina almeno al fresco della panchina. Lo stesso centrocampo anche con il 3-5-2, o preferireste Giocatore Emmanuello, soluzione di qualità tecnica anche se forse meno agonistica? Davanti, altre piccole incognite, a disposizione Morra rimessosi dall’influenza, Ebagua, Mustacchio e La Mantia. Mi sentirei di escludere Sprocati dal primo minuto, pronto ad essere smentito. Schieramento vagamente speculare agli azzurri con Mustacchio dietro le punte Ebagua e Morra? A qualcuno piacerebbe mafforse non a ML, troppo spregiudicati. Primo non prenderle, ricordatelo. E con il Novara, aldilà del campanilismo, sarà dura. Almeno un pari, meraviglia 6 punti in due gare casalinghe, 4 non li disprezziamo e vedremo come andrà una partita governata non solo dai valori tecnici e tattici ma soprattutto dalle forze nervose, nonostante l’opinione del mio amico Fabrizio convinto che con il Novara sono in palio 3 punti, solo tre punti come in tutte le altre partite. L’Umile non è in accordo con lui e fa lo stesso. Il Novara, ribadisco dai giorni precedenti, è molto più forte di noi, solo incidentalmente ora si trova dietro alla Pro. I Bianchi, tranne Konate ed Eguelfi che ha ripreso a correre felice, ci sono tutti. Nell’aria, anche in quella che si respirava oggi sulla pelouse verde brillante e sintetica, c’era e c’è quella giusta carica nervosa, quasi cattiveria agonistica che hanno notato gli Innamorati insieme all’Umile, oggi al Robbiano Piola. Tre punti domenica sarebbero tre punti per un ulteriore balzo in classifica, per il morale, perché vorrebbe dire aver vinto con il Novara, motivo apparente e realistico come un passo verso il necessario riavvicinamento del pubblico accanto alle Bianche Casacche. In serie B ci possiamo stare abbastanza comodamente, dovrebbero tutti convincersi di questo e far girare il vento in verso opposto rispetto a quest’idea triste e decadente che la B è la nostra Cempions. Non vorremmo essere considerati i parenti poveri di nessuno e soprattutto non vorremmo che ci fosse qualcuno convinto d’esser troppo povero per la serie Cadetta. Basta piangersi addosso e riversare le lacrime sull’erba sintetica e refrattaria all’entusiasmo. Non solo domenica pomeriggio ma soprattutto domenica pomeriggio servirerebbe l’apporto di tutti coloro che hanno o hanno avuto a cuore la Pro, o la Pro nel cuore ❤️ .
Paolo d’Abramo