Transizione

Sabato ore 15 Pro vs Ascoli, curva ovest a 3 euro

Alessandro Budel, foto Umile

Transizione. Ancora una volta una partita di transizione diventa la partita dell’anno, della stagione, come tante quest’anno per la Pro. Nel prossimo turno, in realtà e come dice il mio amico Fabrizio, le partite sono due, quella del Robbiano Piola di sabato contro l’Ascoli Picchio che sta lì,  ad un passo da noi, e un’altra – quella del Vicenza contro il Cagliari, con i biancorossi che hanno cambiato mister  – Lerda per Marino – e vorrebbero cambiare rotta, visto che i veneti si stanno dirigendo contro l’iceberg della retrocessione in Lega Pro o verso la lotteria dei play out, più o meno come la lotteria dei rigori che, come dice sempre il mio amico Fabrizio, capitassero a noi – soprattutto i play out, lui dice con il suo innato ottimismo – non vinceremmo neanche per scherzo, neanche con la promessa di una camminata ad Oropa partendo dal Butalin. Ma restiamo, lui e forse anche io, fiduciosi che ci si possa salvare prima, senza lotterie. Il Valzer delle panchine procede sempre, mentre i Titanic stanno affondando, anche il Como ha cambiato – Stefano Cuoghi per Festa – e spera di agganciare ancora una scialuppa per le code finali degli spareggi. Noi, ovvero la Pro, non stiamo benissimo, nonostante gli ottimisti, come Fabrizio, l’Umile e molti altri, ritengano che si potrebbe stare peggio, quasi come ad Ascoli. Ascoli dell’ex mister dell’Under 21 Devis Mangia, allenatore della nouvelle vague, fautore di moduli tattici attivi che si affidano all’estro finale di Cacia e Petagna ed a una difesa – quella attuale dell’Ascoli – non brillantissima, più o meno come la nostra, pur cambiando i termini, le posizioni, i difensori, il risultato non cambia o cambia poco. Ed alcuni ad Ascoli ritengono che Mangia faccia troppi esperimenti, non abbia una formazione stabile, alla faccia dell’imprevedibilità e della nouvelle vague.  Ma siamo, intendo noi a Vercelli, siamo ancora vivi, nonostante i sei goal subiti a Bari, nonostante il giustificato scetticismo di alcuni Innamorati, convinti che Foscarini attui un calcio vecchio, i giocatori in maglia bianca siano discretamente scarsi o con poco senso leonino, o ancora tutte quante le cose insieme. Dal punto di vista tattico più di tanto qui non si può fare, bisognerebbe dotare 7 o 9 dei nostri di motorini supplementari e 2 o 5 di precisione al tiro. Sorrido a quelli che ritengono le critiche di chi non ha foderi davanti agli occhi e gli scetticismi dei realisti un chiaro sintomo di malevolenza nei confronti della Pro, del Bene e della Salute generale, che sciocchezza. Vuoi più bene al papà o alla mamma? A Scazzola o a Foscarini? A Mustacchio o a Sprocati? A Gatto o a Forte? Alla Pro o al Novara? Al gatto o alla volpe? Ai Buoni che vedono il bene pure in un passaggio sbagliato di Budel – e l’ ho scritto apposta perché ne sbaglia pochi – o ai cattivi che vedono senza foderi ? Alla ripresa degli allenamenti, martedì mattina, è ritornato a correre Coly, se questo per qualcuno è di consolazione. La Curva a tre euro, una partita da vincere o perlomeno da non perdere, come non si deve perdere di vista la necessità di sputare sangue, lacrime e fiato fino all’ultimo, garretti che fiammeggiano e maglia bianca mezza fuori dai calzoncini, sbrindellata e logora di lotta, casomai questi Leoni  – poco avvezzi alla caccia selvatica e forse troppo abituati al cibo fornito nell’agio d’un ambiente sereno – ne siano capaci.

Paolo d’Abramo