Educati a soffrire

Sabato la Pro giocherà a Bari

Malonga ai tempi dell'Hibernian, da scotsman.com

Educati a soffrire, ieri nell’intervallo abbiamo prima dato uno sguardo alla quota della vittoria del Pescara (stava a 40, il pari a 10) e poi ci siamo detti che non sarebbe stato possibile, giocavamo anche con un uomo in più. Dopo il goal di Torreira che accorciava le distanze abbiamo incominciato e per qualche minuto a dubitare delle nostre certezze, salvo respirare quando il grandissimo Manuel Scavone ha messo dentro di precisione e rabbia il 3 a 1. Tutto il resto è già Storia. La larga vittoria di ieri con il Pescara per 5 reti a due dimostra alcuni pensieri ed ipotesi che nel corso delle settimane una nicchia di tifosi aveva – qua e là – avanzato. Innanzitutto che il campionato di serie B – più che altri tornei – è ben strano, puoi perdere con l’ultima e vincere con la prima (come ci poteva capitare per esempio contro il Crotone) e gli episodi, più che altrove, determinano l’inerzia delle gare. Pensate solo a quel che sarebbe successo se Pigliacelli non avesse deciso di volare a prendere il colpo di testa – angolato ma non abbastanza – di Benali. Non abbiamo la controprova ed è meglio così. Bravi a realizzare le occasioni create, i Bianchi hanno rischiato di rianimare un Pescara presuntuoso e ballerino, schiaffeggiato dall’espulsione di Zampano che con le cattive maniere ha bloccato Malonga lanciato a rete. Ma, evidentemente, la formazione di Oddo penalizzata dall’assenza del bomber Lapadula sa giocare solo così, nel senso che – forte o non Forte davanti – dietro soffre un certo squilibrio dovuto alla presenza di centrocampisti più votati alla costruzione che all’interdizione. E la Pro ne ha approfittato. Fosse sempre così, un sabato di festa e di neve. La gara di ieri ha ancora una volta dimostrato un altro fatto, parlando di economia. I soldi che il Milan e la Pro spendono per Jack Beretta sono ben spesi. Il ragazzo non entusiasma alcuni detrattori – anche locali – che preferiscono punteros con altre caratteristiche ma la media realizzazione di quest’anno rispetto al minutaggio di Jack è semplicemente mostruosa. Mustacchio Beretta o Malonga Beretta, in funzione di avversario e campo di gioco, non si scappa, e se l’autobus per qualcuno ha già atteso abbastanza, allora si parta, non vogliamo dolercene perché lo abbiamo già fatto troppo nei mesi precedenti e restiamo convinti che ci salveremo anche con le sole reti di Jack, Malonga, Mustacchio, Forte e Autogol, per restare al solo parco attaccanti. La Pro nelle ultime tre partite si riprende – certe volte il Caso si piglia invece gioco della vita – quei 5 punti che avevamo buttato via (in realtà non noi ma qualcun altro, perché –  come è noto –  la colpa è sempre degli altri) – nelle gare con Crotone ed Entella Chiavari. La Pro vista al Robbiano Piola ed al cospetto della lanciatissima Entella, nonostante gli sprazzi positivi, aveva mostrato amnesie e lacune che non lasciavano presagire nulla di buono ma si sa, il Caso per davvero qualche volta si prende gioco di noi e tutti quelli che ora festeggiano – e rinfacciano ai gufi presunti o reali – ipotesi quali le peggiori Cassandre, dovrebbero ricordare ogni tanto di essere obiettivi come può essere obiettivo un tifoso d’una qualsiasi altra squadra, una squadra normale, e non come un tifoso della Pro che è stato educato a soffrire nel corso degli anni ed a incrociare talora e suo malgrado gli incerti e le sfaccettature d’un mondo fatto a palla e articolato, complesso, non sempre limpido. Sabato si va a Bari, consapevoli che la Pro ha alcuni pezzi fondamentali ed altri con ricambi di più o meno pari valore. Recuperiamo qualche pezzo fondamentale per condizione di forma oltre che presenza fisica e andiamo a giocarcela.

Paolo d’Abramo