Tre partite in otto giorni
Latina in casa, Brescia fuori e Crotone in casa
Tre partite in sette giorni, otto tutto compreso, tra sabato prossimo e quello successivo, Latina, Brescia e Crotone. Ma andiamo con ordine, anzi andiamo-o-o-o. Ottimo punto – è finita 1 a 1 – della Pro sul difficile campo del Picco di La Spezia contro una delle favorite alla vittoria finale, una compagine costruita con dispendio di energie economiche e sobrie remore finanziarie riferite alla spesa per gli ingaggi di giocatori quasi di serie A e talora anche senza quasi. Della Pro, dell’Amore, Dellafiore Pablo Hernan ce lo troveremo di fronte sabato, con il Latina. Eppure, con tante assenze, Mustacchio Faustorossi Sprocati Germano e Coly a mezzo servizio in panca, il Santo Martire Cristiano ha disposto in campo una formazione come a Nizza la paglia per proteggere lavandini e ceramiche, da lì il nome Nisa dla paja, per distinguerla da quella franzosa e da Nizza Millefonti. E così come la paglia protegge e imbriglia il gres porcellanato, i Nostri hanno impedito allo Spezia di far danni, di rompere il bel meccanismo come fosse un orologio svizzero o un uovo di cioccolato per tutte le stagioni. Bene tutti, siamo generosi. L’Umile canta le gesta degli Eroi, ieri encomiabili nel far fronte ad un collettivo spezzino di prim’ordine, elencarli tutti sarebbe troppo lungo. Quando Tu ti ritrovi davanti un Catellani o un Calaiò, Situm, o Kvrzic che al confronto il polacco o l’ungherese han la pronuncia più facile, non ti devi spaventare ed i nostri, nonostante una certa e ragionevole supremazia territoriale dei padroni di casa, non hanno mai perso la testa ed hanno addirittura rischiato di far danni dell’irrealtà, maggiori rispetto a quanto non dica il Finale, come se la paglia scheggiasse il lavandino. L’Inappuntabile Bjelica lo ha confermato, sottolineando come non sempre lo cose vanno come si vuole e , nonostante il controllo della gara e le occasioni avute, per quanto lui non possa rimproverare nulla ai suoi ragazzi, la vittoria non ha arriso agli aquilotti, cui auguriamo la miglior sorte possibile a partire dal prossimo turno, contro la simpatica Salernitana, in trasferta. Il mio amico Gigetto dice che sembra sempre uscire, guardandolo sul campo ed anche nelle interviste, come alle prime luci dell’alba dopo aver dato l’arrivederci a una notte parigina di bagordi on the road e al nait, con quell’espressione un po’ così, tra lo stropicciato e l’understatement del flâneur. Dopo averlo redarguito, spiego a Gigetto che invece Cristiano è, per lo più, un genio razionale, artefice d’un metodo scientifico utile a dimostrare, agli altri, quel si può fare o quel che invece no, nell’impiego di uomini e moduli. Per la prossima con il Latina, dovremmo riuscire a recuperarne almeno un paio, tra i cinque sopra elencati, forse tre. Cambierà qualche orchestrale, parte dello spartito e d’interpretazione ma l’idea sarebbe quella di non dare neppure un minuto di fiato agli agroponitini laziali di Mark Iuliano, di non conceder canto libero, rimboccandogli la copertina dopo averli randellati sportivamente sul verde del Robbiano Piola. L’unico canto libero nostro è quello per la Pro.
Paolo d’Abramo