Il Punto di Paolo d’Abramo 14/ Attenzione alla Cristalleria, avanti piano senza far troppo rumore
Del pareggio con l’Albinoleffe si è già detto tutto, vale la pena di concentrarsi sui risultati della quinta giornata di ritorno, ne mancano dieci alla fine del campionato e – con una partita in meno – davanti è rimasto tutto (quasi) invariato. L’Entella ha pareggiato 1 a 1 con il Vicenza dopo essere stata in svantaggio e così ne ha approfittato la Cremonese che superando in casa due a zero la Reggiana ha scavalcato i veneti ed ora si trova al terzo posto. Entella 41, Pro Vercelli 37, Cremonese 33 e poi le altre che restano comunque attaccate, Vicenza a 32, Como 31, Venezia, Savona e SudTirol a 30, sei squadre in tre punti. Vi dico subito che nel prossimo turno (poi fermi un giro) ci saranno partite molto interessanti per quel che riguarda l’alta classifica. Una ci tocca direttamente, Savona versus Pro Vercelli ma anche Albinoleffe–Entella, Como–Cremonese, SudTirol–Venezia potranno dare un ulteriore contributo alla chiarezza in questo Girone A tanto avvincente. L’unica compagine che parrebbe avere vita relativamente facile nel corso della sesta giornata di ritorno potrebbe essere il Vicenza che giocherà in casa con il Feralpisalò, oggi sconfitto 2 a 0 a Carrara ed ora distaccato d’un punto proprio dall’Albinoleffe che occupa l’ultima posizione utile per i play-off. Ci saranno ancora diversi scontri diretti e nel finale di stagione potrebbe emergere qualche sorpresa ma sembra proprio che il nono posto con la conseguente partecipazione alla lotteria finale sarà faccenda privata di Feralpi e Albino, terzo incomodo il Lumezzane che oggi non è andato oltre il pari casalingo con il SudTirol. Il Savona oggi ha perso a Como 4 a 2. La squadra allenata da Ninni Corda, spesso squalificato per il Suo carattere imperioso rivolto verso i nocchieri delle partite, è, insieme al Venezia, la formazione che pareggia meno, solo tre volte. Il Savona ha il secondo attacco del girone, 30 reti dietro solo al SudTirol che ne ha segnate 33, ma i biancazzurri liguri giocano a viso aperto e ne prendono quante ne danno, infatti è pari a 30 il passivo delle reti raccolte in fondo al sacco. La cristalleria del titolo è rappresentata da alcuni pezzi pregiati ma fragili per usura di gioco e calci ( vedi Marchi) o di malanni (Greco e pensare che Regonesi, l’esterno sinistro che venerdì ci ha rifilato la castagna tiepida, ha 4 anni più di lui) o di infortuni/ affaticamenti che non permettono la miglior espressione (l’elenco è lungo). Il Savona è una squadra in cui si chiarisce quale archetipo un concetto fondamentale. L’allenatore conferisce, trasmette il proprio carattere alla squadra, questo è un dato di fatto confermato da più parti, compresi i numerosi mister che di volta in volta incontriamo in giro per l’Italia. In più, e questo è chiaro anche ad un pulcino, anzi ad un Pulcino (di quelli che sono allenati dall’amico Marino Magrin nel Milan), un gruppo di giocatori bravissimi va gestito in modo che i galletti giochino per vincere e divertirsi senza staccarsi la testa a colpi di becco, un coacervo di scarsoni va motivato per infondere il Sacro fuoco dell’agonismo sportivo, della Furia vincente, insomma chi non ha testa metta gambe. Il giusto mix di esperienza che porta ancora i denti per masticare il pane duro della Terza Serie e di giovani di buona volontà che sognano (di passare la serata con Mourinho o con Miley Cyrus) va mescolato e non agitato (all’opposto del Martini di James Bond) per far sì che il meccanismo corra ritmicamente e con continuità, ogni ingranaggio al suo posto e la carica manuale quotidiana data con gesti autorevoli, chiari, asciutti. E noi Innamorati della Pro siamo certi che questo accada e pure convinti che pur non avvenisse non potremmo farci nulla per invertire la rotta casomai un giorno scorgessimo la nave bianca andare verso gli scogli, solo lanciare l’SOS per evitare, oltre che di fare il bagno al freddo, anche di restare a mollo per lungo tempo.
Paolo d’Abramo