Ricircolo, fantasmi e attesa
Dopo averti fatto sognare l’aria di ricircolo, come nell’auto, un po’ viziata ma buona uguale, della serie B, ti rituffano nelle benefiche acque sulfuree termali, fan bene alla salute ma dicono che abbiano il sentore di uovo marcio. Sono corroboranti, terapeutiche le acque sulfuree, come potrebbe essere senz’altro terapeutica e didattica la nostra serie C, il prossimo campionato. Sto scrivendo di Pro, ça va sans dire. Di certo faranno bene le acque, quelle sulfuree, le passeremo e faranno bene non solo nel presente ma pure oltre tutte le rassicuranti parole che giungono da chi di calcio ne sa, ci prepariamo alla serie C e amen, il ripescaggio è sempre più difficile, non impossibile ma assai difficile. Le giuste parole per rassicurare una sparuta tifoseria che già, secondo alcuni – avversari sul campo, i suppose – non si meritava la serie B e (ri)vivrà, almeno all’inizio, una categoria ove servirà adattamento, sacrificio, umiltà, agonismo, sofferenza…praticamente, in un contesto già mesto, la botta finale. Non già per chi la Pro l’ha sempre seguita anche più in giù, tra Brescello e Caravaggio, Solbiate e Rho, forse anche per tutti coloro che invece si attendevano una parola di conforto e non un parafulmine in testa. Va bene, attendiamo perché non è ancora detta detta l’ultima parola, scritta l’ultima sentenza e teniamo il bianco sangue freddo nooo, non perché orizzontali ma un po’ contorti siamo morti e mortificati da parole ingrate, semplicemente in attesa delle prossime pronunce degli Organi Federali, o di Lega. Insomma, attendiamo fiduciosi, sapendo che la cortesia, un coup de fil nel senso di telefono, da qualche parte è ancora viva, come si evince nell’intervista sottostante
http://www.itasportpress.it/catania-news/catania-lo-monaco-a-isp-per-il-ripescaggio-in-b-siamo-in-pole-dopo-ricorso-novara-la-squadra-e-fatta/
Non so come finirà, lo temo, mi tolgono il ricircolo, sì, però ugualmente spero – e semplicemente – che la Pro possa essere ripescata eppure non ne sono così sicuro, anzi. Così, traguardo nel futuro prossimo un campionato di C che si presenterà all’inizio – e per inizio intendo dal mercato estivo – come si presenta un fantasma nel castello ove malauguratamente Ti han chiuso dentro perché ti sei perso, era troppo tardi , han chiuso e ci devi passare la notte, dentro. La notte sarà lunga ed in genere i fantasmi sono anime tormentate. Insomma. Vorrei scacciare le paure, dovevamo salvarci sul campo ma per farlo, e lo scrivo con lealtà, si dovevano fare altre scelte, i tifosi più immalinconiti dicono che per sopravvivere non basta essere onesti, occorre anche essere simpatici e svegli, umilmente non mi esprimo sulle opinioni altrui. Attendiamo fiduciosi, allegri ma non troppo. La conferenza del mercoledì del mister Grieco, a giudizio di qualche Innamorato, ha avuto un che di surreale, siamo in C, speriamo ancora che ci ripiglino per la collottola bianca in B ma se non ci ripigliano sarà dura, infatti la C è un campionato durissimo e sarà dura per molti uscire a rivedere le stelle della serie B. Che non ci meriteremmo, non abbiamo mai visto e non siamo mai stati il Real Madrid, se la nostra cempionslig è la B, allora accontentiamoci di fare la nostra iuroplig, la C. Confermo che assisterei volentieri anche al torneo del dopolavoro, altro che iuroplig, se ci fosse la Pro e avvolta da un bianco manto di simpatia. Certo il ricircolo sarebbe meglio, ma pazienza. Non si può aver tutto, basta avere la cortesia e quella c’è, intorno a noi. Come resiste, ancora per qualche giorno, la speranza con la fede laica a tender la mano alla carità, non perché ce la devono fare ripescandoci ma perché aiutati dalla Carità si possano superare tutte le paure dei fantasmi, dell’uomo nero, della serie C, del dopolavoro e dell’inadeguatezza alla B, alla cempions e forse anche alla iuroplig. Forza o Forsa Pro, quello sempre, possiamo vivere senza cortesia ma con il simbolo, ben oltre le persone, nel cuore. Tutto il resto passa, Forza Pro, in attesa del giudizio. E dei fantasmi, che sono già sotto la firma, il caffè prima dell’amaro digestivo.
Paolo d’Abramo