Opinioni e scale

domenica pomeriggio a Chiavari contro l'Entella

Opinioni. La Pro ha preso un punto al Carpi, compagine con ben altre ambizioni, ha mosso la classifica e recrimina sulle occasioni fallite per colpa di un legno o due, per le decisioni della direzione di gara, per la Sfortuna. E tra sei giorni giocherà a Chiavari. Se Vi peritate di girare un poco per il web, a leggere i muri o le opinioni degli Innamorati nel chiaro del loro nome sui Social, noterete che la visione non è, naturalmente, unitaria. Opinioni. Qualcuno risottolinea –  che non è un primo della cucina locale,  leggero e nutriente –  le lacune della Rosa, qualcuno conferma il gioco poco spumeggiante, altri si soffermano sulla Sfortuna nonostante le occasioni. Tutte le opinioni hanno una parte di Verità e concordano –  uno dei pochi punti in comune –  con l’impegno, la testa ed il cuore dei ragazzi in campo sabato contro la squadra di Fabrizio Castori, allenatore esperto che ben conosciamo e proprio Castori in Conferenza Stampa ha detto che di certo non ci si doveva attendere a Vercelli un Carpi arrembante, sul sintetico si gioca così –  e forse il Carpi anche sul naturale –  palla lunga, ripartenze, transizioni e concessioni di pochi spazi, anzi nulli, se Ti scappa uno non lo prendi più, tranne che sia qualcuno, o più d’uno, tra le Bianche casacche forse particolarmente lento o poco incline alla corsa, ed infatti non gioca, o non giocano e va bene così o forse no.  Opinioni. La partita con l’Entella ha più d’un significato, innanzitutto per la classifica, poi per la reale o presunta rivalità con i Liguri, peraltro sulla carta assai più forti, infine per il significato che il presidente Massimo Secondo ha voluto indicare con particolare incisività nel dopo gara con il Carpi, insomma non ci sono scuse, ci vuole una prova di forza anche fuori casa, senza alibi di alcun genere e naturalmente l’Umile concorda in pieno, Chiavari è un nodo soprattutto per questo, nessun alibi legato alla Sfortuna, alla direzione di gara, alla forza degli avversari ed altre opinabili opinioni, parole, per quel che si è inteso, dirette all’allenatore ed ai giocatori che scenderanno in campo, senza Legati, lui verrà squalificato e vedremo con chi altri, giocheranno i più in forma e i più adatti alla strategia migliore per fronteggiare la squadra di Roberto Breda, una delle più accreditate alla lotta per i play off o per la promozione diretta, insomma un’altra Corazzata e noi un altro Cacciatorpediniere. Il coraggio di Don Abbondio è come la simpatia, se uno non li ha, tutti e due o anche uno soltanto, non se li può dare ma questo è un concetto epidermico che tale resta e tocca alcuni, come si evince nei commenti di Muri e Socialmuri, altri no. Però, senza dubbio, è una delle ragioni per le quali questa Pro, nonostante la razionalità e gli sforzi di buona volontà, non riesce a trascinare la passione, ad aumentare i numeri del pubblico –  e  a chi mi posta statistiche di spettatori e raffronti con altre piazze auguro di vedere per tutto il resto della sua vita solo ed esclusivamente da tifoso dell’Inter partite tra un’Inter qualsiasi di questa Stagione e squadre allenate tutte dall’attuale mister del Carpi, che –  so di essere in controtendenza rispetto ad altri –  a me come gioco piace moltissimo, ed anche come persona, per la preparazione e la simpatia mentre –  badate bene –  non mi sono mai sognato di fare l’allenatore –  e come me sono certo le decine di migliaia di altri Innamorati di Pro tra addetti ai lavori e non –   lo lasciamo fare a chi ha studiato e lo  sa fare certamente meglio di quelli che no, non hanno studiato per diventarlo e non possono, anzi non vogliono farlo ma, come milioni in Italia e nel mondo miliardi, commentano con cognizione di causa anche per anzianità, avendo guardato o giocato milioni di minuti di calcio tra presa diretta e registrata, milioni come le scale e gli scalini di Montale.  Per questo, per questi, senza Pro sarebbe il vuoto ad ogni gradino. Cambiano i tempi, le persone ed è cambiato anche il gioco del calcio, per i tempi, uomini donne e tutto il resto, comprese le pay tv le tessere dei tifosi la consistenza ed il materiale di produzione dei palloni di gioco, forse anche dei giocatori e degli allenatori. Parlavo qualche giorno fa con un ex direttore sportivo ora in pensione e molto conosciuto, mi diceva che proprio questo calcio contemporaneo non gli piace più e si diverte solo ad andar a  guardare le partite dei ragazzini, per il loro entusiasmo, un poco meno in qualche caso per l’atteggiamento di alcuni genitori dei ragazzini di alcune squadre ma questa è un’altra storia. Simpatici da vincenti, ma anche da perdenti o da pareggio, questo è il segreto del successo e anche dell’insucesso quando si sbaglia da non professionisti, e non come il Paolo Conte d’uno dei due video sottostanti.

Paolo d’Abramo