Presto che è (quasi) tardi

Nella Salernitana squalificato il difensore Lanzaro

Presto che è (quasi) tardi. Giunti a martedì, è ancora troppo presto per capire la formazione che Claudio I metterà in campo venerdì sera a Salerno, è ancora troppo presto per sapere quando sarà eretta la pensilina nella zona gialla tra una panchina e l’altra, sotto le tribune del Robbiano Piola. Venerdì notte la formazione di Salerno sarà già un ricordo, la pensilina forse ancora un’idea come un’altra, Genova per noi, anzi pensilina per noi, Robbiano Piola per noi, Arechi  –  che è lo Stadio di Salerno –  per noi, casomai arrivasse uno stato d’avanzamento idee o progetti, una metamorfosi nella compagine societaria, un rinnovamento dello spirito e della rosa di gennaio, bianca per eccellenza. Squalificato Maurizio Lanzaro nella Salernitana, i campani più che in emergenza difesa sono in grave carestia, quasi come quella della Pro in attacco, che segna poco ma segna per grazia sua o inconsapevole volontà degli avversari. Intorno alla formazione, ancora la nebbia di una volta quella delle stagioni delle grandi nevicate e della galaverna, l’unica che resta con certezza per l’umido che ci prende nelle ossa, la curiosità di sapere se Faustinho sarà almeno in panchina, Luca e Francesco o uno dei due in campo o tra il campo e le tribune, cioè in panchina, almeno lo sperano l’Umile e i suoi amici. Per il resto, non dovrebbe essere diversa di molto la formazione per Salerno rispetto alla vittoria con il Como. E se Ardizzone rientrerà a centrocampo – o Castiglia –  Germano riprenderà il suo posto in difesa. Davanti, fiducia a Mustacchio e Di Roberto che per sabato avranno smaltito tutto il freddo e l’acido lattico nei muscoli, l’alternativa Max Gatto scalpita come un Varenne ancor poco valorizzato, purosangue che nobilita la Nazionale Under 20 e oscurato nei Leoni dalla classe purissima di veterani della categoria, ancora avvezzi all’abituale prestazione superlativa. Segna Marchi, segna Marchi, diciamolo tutti insieme, magari funziona e se non segna lui fa segnare gli altri, insomma pietra angolare dell’attacco e –  se non proprio pietra angolare – almeno un punto d’appoggio, una stampella su cui appoggiare il mirino dell’arco e poi scoccare la freccia, di chi sia la freccia non importa, basta che sia bianca. Presto che è (quasi) tardi, ma non è mai troppo tardi per sognare o per sposare la causa Bianca, per Amore, nient’altro che per Amore.

Paolo d’Abramo