All’arrembaggio della corazzata Catania, pasdaran bianchi guidati dal Cristiano

Rifinitura e conferenza stampa del mister

Formazione: Russo, Germano, Scaglia, Cosenza, Coly, Ronaldo, Belloni, Scavone, Marchi, Matute, Di Roberto. Ma potrebbe anche essere Russo, Germano, Liviero, Cosenza, Coly, Ronaldo, Fabiano, Emmanuello, Marchi, Castiglia, Ragatzu. Rifinitura sotto il sole e porte aperte, la sfrontatezza ed il coraggio della Pro, a fronte dei misteri di Torre del Grifo, ritiro spirituale e tecnico del Catania guidato dall’Abate Pellegrino, con la missione di vincere a Vercelli e poi il Campionato. Ma noi gli metteremo il bastone tra le ruote, nel senso che bastoneremo in difesa, in mezzo e puniremo davanti. Certo che se giocheremo con i sacchi di sabbia a far da barricate…la vedo durissima. La Virtus Lanciano ne ha prese tre al Massimino ma ne ha, anche, fatti tre. Il Catania davanti è devastante, dietro fa disco dance. La natura della Pro è quella del pugile che lega l’avversario, lo abbraccia e, quando riesce, sferra il gancio. Non possiamo permetterci di ballare il valzer del moscerino. Cristiano Scazzola: “Il bello della B, affrontare squadre importanti. Il pubblico sta rispondendo, ci può dare una grossa mano per fare risultato. Dobbiamo guardare ad atteggiamento, voglia, prestazione delle partite precedenti. Dobbiamo pensare a migliorare anche la condizione ma domani è la partita della vita. Giocando in casa avremo il fondamentale aiuto del pubblico. Per la formazione avremo tanti giocatori che possono fare un’ ottima partita. Il problema non è dire chi gioca, il Catania ha fatto tutta la settimana a porte chiuse, l’Avellino pure. Noi vogliamo allenarci con il calore della nostra gente. La curva, e non solo, non ci lascia mai soli.  Fabiano ha un leggero affaticamento, vedremo domani. Il Catania ha tanti giocatori forti e attacca, dovremo sfruttare le situazioni che ci saranno concesse“. Circa 3000 biglietti venduti fino a ieri sera. Domani, domenica, botteghini aperti in continuato, fino alla fine del primo tempo.

Paolo d’Abramo