Le pagelle di Pro Vercelli vs Albinoleffe

Voti e commenti dell’anticipo dei Bianchi, un pari che lascia in bocca un senso di amarognolo

Russo Sul goal è incolpevole, è da molti anni che Regonesi batte le punizioni, ha piazzato la palla nel sette, imparabile. Danilo salva il pareggio nel finale su due conclusioni, di Girasole e Calvano, direi che 7 se lo merita.

Marconi: l’intelligenza di Andrea si evidenzia anche nella partita con l’Albinoleffe. Copre, pressa, raccatta qualche pallone, si fa trovare sempre pronto in un ruolo che non è esattamente il suo ma il compito lo svolge abbastanza bene. 6.5

Ghosheh: fa bene fino a che regge con la tenuta atletica, poi – per sua stessa ammissione in Sala Stampa –  il terreno sintetico si fa sentire ed i muscoli cedono, l’umile cronista lo premia con un 6.5 che aggiunge mezzo punto a quella che è la media tra il primo e secondo tempo fino a che è stato in campo.

Bani: senza voto perchè entra nel finale al posto di Ghosheh zoppo per l’acido lattico accumulato ma con la manciata di minuti passati in campo non incide in concreto davanti e non crea enormi buchi dietro. 

Rosso: Non gli si può chiedere di più, corre, contrasta, macina chilometri ed in qualche caso la lucidità nel passaggio viene meno 6,5

Cosenza: come difensore centrale concede poco agli avanti avversari, si spinge in avanti sulle palle inattive per far valere prestanza fisica e centimetri. Non è il suo mestiere impostare nella trequarti con i lanci lunghi, glielo si chiede e così il voto scende fino alla sufficienza. 6

Ranellucci: copre il reparto in modo diligente e quando si spinge in avanti viene tirato giù senza ottenere il giusto rigore. 6,5

Statella: parte bene, s’insinua nella retroguardia ospite, le sue incursioni sono velenose. Si spegne progressivamente ed anche nel suo caso il voto deve tener conto dei due tempi, dei suoi due volti, 6,5

Scavone: in Sala Stampa afferma l’insussistenza del presunto fallo che ha procurato il pareggio agli ospiti. Parte bene e poi tende a spegnersi, non si discute l’impegno, la tecnica e la personalità di Manuel ma non è riuscito a far valere del tutto le sue doti nei secondi quarantacinque minuti. Bello comunque il colpo di testa sul cross di Greco per il momentaneo vantaggio 6,5

Marchi: ha percorso circa 400 chilometri in novanta minuti, preso calci dall’inizio alla fine, lottato, è arretrato fino a zone profondissime, crossato con palle a seguire che è andato a riprendersi di testa, 7,5 per tutte queste cose belle che ha mostrato.

Greco: “Er lupo” è  un grandissimo mezzo giocatore che, per età ed acciacchi, deve essere amministrato con il contagocce. Tecnica sopraffina e tocchi deliziosi, passaggi che illuminano e cross –  come quello per il goal di Scavone – che mandano in visibilio i tifosi. Non regge però i novanta minuti e qualche volta i problemi si sentono anche prima, per questo deve essere sostituito. 6,5

Erpen: male, male. Ci prova ma non ci riesce, con l’ingresso di Iemmello cambia posizione ma il risultato della sua prestazione non muta. Vedo uno sprazzo in un paio di occasioni, con passaggi che sono piccole invenzioni, ma è troppo poco. 5

Ruggiero: nei primi minuti ha illuso l’umile cronista ma con il passare del tempo è stata notte fonda, nonostante le luci artificiali. Spiace per Giuseppe che è un bravo ragazzo e potrà diventare un buon giocatore ma ha responsabilità di gioco che ora non riesce a reggere. Anche considerando i movimenti senza palla, non posso dare più di 4,5 ed il mezzo punto è per l’impegno profuso.

Iemmello: la squadra perde in lucidità e lui la segue nella deriva. Pietro non incide in senso positivo, il beneficio del dubbio per la tenuta fisica non ottimale e la posizione che deve assumere in campo ma questo non gli risparmia i commenti di una parte della tifoseria, non del tutto benevola con lui e convinta della poca voglia di lottare. 5

Cristiano Scazzola: Inserisce Erpen e non Iemmello al posto di Greco perché ritiene che l’argentino abbia più minuti di gioco nella gambe e più continuità. Si rammarica che la squadra non abbia ucciso la gara quando nel primo tempo l’Albinoleffe era in difficoltà e che non sia riuscita a tenere  il minimo vantaggio nella ripresa. Resta l’atteggiamento sempre assai prudente nella disposizione degli uomini. Il gioco aleggia come un fantasma incapace di esprimere le proprie inquietudini o la volontà in forma compiuta. Il mister –  e questo è un umile pensiero frammisto a rimasugli di miei incubi notturni –  ritiene che con la rosa a disposizione non ci si possa permettere un gioco diverso da questo, in virtù anche del “Credo” tattico, delle caratteristiche e della forza dei giocatori. Potrebbe non avere torto ma ciononostante il risultato finale è piuttosto deludente e non raggiunge la sufficienza. 5

Arbitro: Antonio Di Martino. Incide sulla partita. Marchi viene preso a calci dall’inizio alla fine e lo punisce per proteste. Nega un evidente rigore a Ranellucci, tanto basta per il 4. 

 

Alla fine il mercato si è chiuso senza sorprese. Mi permetto di dubitare che la vera alternativa a Maltese, Lunardini, Sanseverino o Barberis fosse Emmanuello, con il massimo rispetto per il giovane Leone. E’ stato così perché non si è trovata adeguata collocazione ad Erpen. Emmanuello arriva da un grave infortunio occorsogli nel settembre del 2012, rottura in allenamento del legamento crociato anteriore e del legamento collaterale del ginocchio destro. Classe 1994, speranza del vivaio bianconero ed ora in comproprietà tra Juve  ed Atalanta, è stato girato a Vercelli per una ricostruzione di carriera. Quanto ad Andrea Corduri, di un anno più vecchio rispetto ad Emmanuello, l’augurio è che sia una piacevole scoperta. Mi ripermetto di dubitare che anche uno solo di questi due giocatori possa essere messo in posizione avanzata nella fila dei potenziali titolari domenicali. Sono incolonnati Scavone, Rosso, Ardizzone, Disabato e Spezzani. Emmanuello e Corduri si appoggiano quindi sul fondo dell’elenco.  Siamo secondi in classifica, in piena lotta per un posto in B, dobbiamo essere soddisfatti. Come si dice, siamo contenti per quel che viene e non per quel che non è potuto arrivare, l’importante è vedere sempre nei bianchi  – finalmente bianchi –  la voglia di lottare, aggredire gli avversari, provare a vincere, intensità, furore agonistico, occhi di tigre, anzi, occhi di Leoni.

Paolo d’Abramo