Il Punto di Paolo d’Abramo 12/ La Pro non molla e continua a far sentire il fiato belluino all’Entella mentre le terze ci guardano con il binocolo
Contava vincere e la Pro ha vinto. Il primo tempo ha visto i Bianchi (però questi pantaloncini proprio non si possono vedere…) farraginosi. Dopo il vantaggio messo a segno da Ardizzone i ragazzi di mister Scazzola hanno anche giocato con più scioltezza per la sagacia ed un paio di soluzioni tattiche di Cristiano che ha inserito Disabato in un’inedita posizione offensiva per tenere più impegnato in copertura Solini, (poi sostituito – dal mister reggiano Battistini – con l’ex Elio De Silvestro). In più, lo svariare di Fabiano tra le linee della trequarti, coperto ora da Scavone ed ora da Pepe, ha evitato di fornire punti di riferimento agli avversari e instillato vivacità alla manovra. Mentre nei primi quarantacinque Giannino era relegato sulla fascia, come per l’incanto d’un caleidoscopio, alla ripresa arrivava il Rombo che poi si trasformava in 4-3-1-2 e Giannino correva felice, di qua e di là. Molto umilmente mi sento di dover scrivere – con il massimo rispetto nei confronti della Reggiana – che conservando questa disposizione, forse, contro squadre che hanno centrocampisti con attributi abnormi se perdi palla Ti prendono d’infilata e amen. Nella seconda frazione di gioco i bianchi hanno amministrato provando ancora a pungere ma sempre attenti in difesa. In classifica continuiamo a meno 4 dall’Entella, il terzetto dietro ai Leoni è ora formato da Cremonese, Venezia e Savona, distanziate di ben 7 punti. Dopo lo svantaggio iniziale, dilaga e vince il Vicenza a Carrara. Se Como e SudTirol sono abbastanza tranquille in piena area play off, s’infiamma la lotta per il nono posto tra Albinoleffe, Feralpisalò, Lumezzane, Reggiana e Pro Patria che ha sconfitto il Savona tre a due dimostrandosi compagine davvero ostica da affrontare. Domenica la Pro andrà a Salò senza lo squalificato Ettorino, quasi certo l’innesto dal primo minuto di Njiazi Kuqi. L’Entella ospiterà il Lumezzane che ha sconfitto proprio i prossimi avversari dei Bianchi e conserva ancora speranze d’agganciare un posto per gli spareggi. Anche questa settimana porterà novità di mercato. Ricapitoliamo. Ufficiali al momento le partenze di Belfasti, Gomez e Libertazzi, gli arrivi di Kuqi, Statella, Nodari. Proviamo a fare ipotesi dai miei sogni notturni, qualche volta premonitori, altre volte no. In partenza Erpen, Houston, Spezzani e Fochesato. In arrivo Iemmello, Sanseverino e due X opzionali, di accessorio supplementare, una dell’esterno sinistro (a meno che si adatti Bani) e l’altra del centrale difensivo (facendo sempre ricorso all’ineccepibile Bani o conservando in Bianco Fochesato). Ci si sgraverebbe dell’ingaggio di Horacio ma le alternative di livello per un ruolo comunque diverso – mediano che gioca a testa alta, strapparaccoglie palloni e li smista – sono irraggiungibili, Miglietta andrà via da Terni ma resterà in B (Frosinone, Cesena) o verso Lecce (in Prima ma ricco di euro), Di Deo si è infortunato contro il Grosseto (distrazione di primo grado al legamento peroneo della caviglia destra, fermo per un paio di settimane e poi recupero graduale). Per ingaggiare un centrocampista che tolga il posto ad Ardizzone (ha pure segnato…), Rosso o Scavone servirebbero parecchi soldi ed un lanternino antifregature (a riconoscere lo spaccaspogliatoio o la gamola – detto anche tarlo fisico – incombente). A questo punto per le affermazioni di qualche giorno fa del Direttore Sportivo Varini – che a giocattolo funzionante serve solo qualche batteria di ricambio in più – e ( nduc, nota dell’umile cronista) anche in virtù dei buoni rapporti societari, voilà Giulio Sanseverino che è giovane, ha tanta voglia di sfondare nel calcio e potrebbe accettare di mettersi alla prova per uno sprazzo di stagione in una categoria che, vista la classe purissima ed ancora in crescita del bel giovine, gli andrebbe stretta il prossimo anno come una canottiera di due taglie in meno. Lavori di mercato in via di definizione, aggiornamenti in corso d’opera.
Paolo d’Abramo