Il punto di Paolo D’Abramo/2 – Pro, le gioie superano i rimpianti

“Si prospetta un finale di 2013 appassionante. Bel gioco? Meglio i tre punti. Il centrocampo a tre è più solito e garantisce lunga vita all’inesauribile Andrea Rosso”

Mettetevi comodi. Nove giornate disputate in Prima Divisione, ne mancano sei al termine del girone d’andata. La Pro Vercelli alternerà una partita in casa e l’altra fuori affrontando nell’ordine Pavia –  gara sabato 16 novembre al Robbiano Piola ore 20.30 – Venezia in laguna, Vicenza sul sintetico di via Massaua, Alto Adige il giorno dell’Immacolata ed al fresco dei mercatini di Natale, Virtus Entella Chiavari nel gelo umido di  Vercelli in metà dicembre e Carrarese, il mare d’inverno quattro giorni prima di Santo Stefano. I bianchi hanno raccolto 21 punti, 6 vittorie e tre pareggi in casa con il Feralpi, a Bergamo di fronte all’Albinoleffe ed a Como. Bene così e nella compostiera tutti i pensieri che portano al rammarico per i tre punti sparsi in giro piuttosto che incamerati. Delle sei vittorie – tutte meritatissime, naturalmente – potremmo ricordare il goal annullato alla Reggiana quando ancora si era sullo zero a zero oppure la vittoria strappata al Savona con rete di Pepe a quattro minuti dal termine. Anche per la vittoria di Cremona, sacrosanta, sfido qualunque tifoso alla certezza dei tre punti prima del fantagoal di Mattia Bani su cross al bacio di Pepe. I bianchi di Scazzola sono solidi, sembra l’aggettivo più usato e lo adopero anch’io. Aggiungendo che non siamo sempre bellissimi, tuttavia è meglio essere carini e ricchi (di punti) che bellissimi ma indigenti. Per la carità, di bellissime compagini fino ad ora non ne abbiamo viste, ci mancano ancora – ed in teoria – Venezia, Vicenza, Entella, poi daremo il giudizio definitivo. La Pro è una squadra paziente –  in altre parole lo ha detto anche il mister, trova una soluzione tattica per ogni avversario che nonostante gli sforzi non riesce ad offendere (Russo non subisce reti da circa 399 minuti, toccate pure quel che volete) e poi al momento giusto lo mette dentro, il pallone che gonfia la rete come la meravigliosa realizzazione di Bani nella terra del torrone. Due esoneri, nel SudTirol Rastelli al posto di D’Anna ed a Carrara l’ex leone – biondo caschetto – Remondina (correva l’anno 1978/1979) in luogo di Ciccio Braghin. Abbiamo “boule de neige” ma non sfere divinatorie e quindi non Vi anticipiamo come andrà a finire, senza dubbio la Pro se la giocherà fino all’ultimo e magari sarà promossa anche qualche novanta minuti prima (ritoccatevi quel che avete vicino di ferro, legno o altro). Sulla roulette (magari russa, il Venezia è del magnate Yuri Korablin) ai playoff preferiremmo non dover raccontare.  Dicevamo della Pro, molti tifosi ritornano spesso sulla questione del centrocampista, regista, trequartista o entrambi. Fermo restando che, ad umilissima opinione di chi sta redigendo questo pezzo,  il centrocampo a tre è più solido di quello a due (ed inoltre allunga la vita ad Andrea Rosso), suggerirei ai sostenitori della fallace teoria “bel gioco/spettacolo/risultati” di lasciar perdere, gli attuali dieci/undici schemi ne prevedono raramente l’impiego, in ogni caso avremmo Spezzani, pure Erpen e forse adattabile Fabiano. DirigeteVi verso i concetti lancio dalla trequarti difensiva/protezione palla/inserimenti oppure velocità/precisione/uno-due rapidi e schemi talentuosi negli ultimi venti metri. In ogni caso, se arriverà qualcuno questo sarà probabilmente un esterno basso a destra (o a sinistra, gli storici lo chiamerebbero terzino), a tal scopo non è –  al momento – davvero nominato quale prescelto lo spagnolo ventunenne in prova Cristian Riera Caballero che i giornalisti spagnoli più infelici e cattivi potrebbero definire come usarono a metà anni 2000 per quel calciatore nato a Bento Ribeiro 12 anni ed un giorno prima di chi Vi scrive (cfr. Ronaldo).

 

Paolo D’Abramo