Rinforzi e non rivoluzioni, la Pro nell’anno dell’Expo è un progetto con strutture in parte preesistenti
“Questo è un periodo in cui si raccolgono informazioni”, ha detto il Direttore Sportivo Massimo Varini qualche giorno fa. Poi ha aggiunto che fino a quando non tornerà il mister dalla meritata vacanza con la famiglia non si metterà mano al portafoglio, a parte le risoluzioni di comproprietà che potrebbero fare della Pro un istituto di umanissimo credito sportivo, un piccolo battaglione di giocatori tesserati da tenere ( e adesso non uccidetemi con i commenti) oppure da offrire in prestito. Facciamo la conta: Ardizzone e Bani dalla Reggiana, Ruggiero e Belfasti dalla Juve, Cancellotti dalla Samp, Disabato dall’Albinoleffe, Fochesato dal Chievo. Potremmo escludere che Russo cambierà casacca. In buona sostanza, Guido Gomez è ritornato al Sassuolo (che attendiamo con una certa trepidazione di rincontrare, prima o poi) mentre Valentini rimarrà mare, a La Spezia, forse. Non è pensabile e neppure da augurare che i tifosi, in quest’estate che ha l’aroma primario di serie B, restino quieti e così, come accade in genere in Italia e – come già sostenevano Stendhal e Goethe – anche in altre parti, quando s’incontrano tre Innamorati di Pro, uno la pensa in un modo, il secondo nell’altro mentre il terzo è, in genere, contrario ad entrambe le tesi precedenti. Meno male che a vedere dal primo giorno di abbonamenti gli Innamorati potrebbero essere ben di più di tre, diamo tempo a tutti di arrivare. Ora, non ci aspettiamo i fuochi d’artificio di Fuorigrotta, resto convinto, al momento, d’un paio di cose. La prima, già espressa, sarà una Pro da battaglia, anzi da 42 battaglie ( più eventualmente i play off per la A). La seconda che, manifestatosi notturnamente il mio angelo custode che si dichiara amico dello spirito guida di Umberto Germano, mi ha detto che nello scorso campionato, dei 700 minuti abbondanti giocati in 10 partite tra avvii e spezzoni, Umbertino ne ha passati la maggior parte da terzino. E io gli credo. Già ce lo disse Ciccio Braghin che “Germano ha la gamba del terzino”, lo ha confermato qualche mese fa in intervista Marco Baroni – ex allenatore della Virtus Lanciano (che alla faccia della programmazione, di allenatori ne cambia spesso). Eppoi, se Germano farà il centrale, l’esterno alto o il regista trequartista, per me andrà bene lo stesso, basta che si finisca nelle prime 15 o 16 e se poi si andrà davvero in A, tanto meglio. Attendiamo fiduciosi per tutti gli ambiti di discussione dei Tifosi, societario e sportivo, di certo si farà una buona squadra e, credo, non già con una totale rivoluzione dell’impianto di quest’anno. Per saperne ancora di più, ricordate che giovedì 26 giugno ci sarà l’ultima puntata – prima della pausa estiva e la ripresa settembrina – di “Alè Pro in Onda”, dalle 21 su Radio City, FM 103.9 e www.radio-city.it
Paolo d’Abramo