Pietro Iemmello, un leone da Pro che potrebbe emigrare verso Sud
Quando sul finire del 2012 Federico Carraro si ritrovò con Pietro Iemmello per formare nella Pro la coppia che con la Fiorentina Primavera, classe 1992, aveva fatto – e con un modulo congeniale – sfracelli, l’umile cronista riavvolgeva immediatamente il nastro della memoria fino agli anni ’80, ripensando a Monelli & Massaro, stessa squadra toscana e, s’immaginava, uguali potenzialità. Il sogno durò lo spazio d’una stagione (nel senso dell’autunno, non di un Campionato). Oggi Federico Carraro è ancora a Pavia, società di Prima Divisione, il Suo futuro è nelle mani della volontà propria, dei procuratori e della Società di appartenenza. Pietro Iemmello, invece, dopo aver girovagato nel Campionato scorso tra Spezia, Novara e Pro, si ritrova di nuovo tra le fauci delle divinità mercatali, di proprietà dello Spezia ma in balia di essere mitologici – le Divinità, appunto – che hanno facoltà di spostare virtualmente un giocatore nello spazio di una notte da un capo all’altro dello Stivale. Se sono molto potenti, dette Divinità riescono anche a muovere la materia in modo concreto. Un giorno sembra che Pietro sia vicino ad Avellino e l’altro, invece, a Reggio (di Calabria). Conosco una parte dei numerosi critici di Pietro, giocatore che stimo, apprezzo ed ancora in fase di maturazione, prima o poi si accumuleranno tutte le qualità ed esploderà. Ma, anche adesso, oltre che talentuoso è utile. In grado di tener palla e far salire la squadra, capace d’illuminare con giocate sopraffine dalla trequarti in su, buon cecchino con reti mai banali, deve però trovare, Pietro lo Zar, e come già scrissi, l’ambiente adatto. Resto convinto che Vercelli lo sia più di Reggio ed Avellino – e senza dubbio anche più di Spezia – ma non sarà facile tenerlo sulle sponde del Sesia (ahi! Vi ho sentito, avete detto “meno male“). I critici gli rimproverano una certa lieve indolenza, cifra stilistica di chi, talora, può rendersi avulso dal gioco quando questo degenera a livelli tecnici troppo bassi. E adesso sparate pure sul pianista della tastiera, evitando eccessive critiche ad un giocatore che, eroe nella stagione della promozione conquistata a Taranto ed a Modena, anche quest’anno ha fatto, per quanto potuto, la sua discreta parte.
Paolo d’Abramo