E se le gambe incominciano a tremare proviamo con il training autogeno

Un Girone di Ritorno che per la Pro ha preso il via e procede con i peggiori auspici

La sconfitta interna di ieri – uno a zero con il Cittadella – e le assenze nella prossima gara di Frosinone al Matusa – nome dato allo Stadio dal giornalista locale Luciano Renna a causa della vetustà della struttura, rimodernata nel 2006 –  preoccupano molto l’Umile Cronista e non solo lui. In Ciociaria rischieremo sabato di proseguire la corsa all’ingiù dentro il pozzo dove ci siamo calati dall’inizio del Girone di Ritorno. Mettiamo in chiaro che con le disponibilità finanziarie attuali non sarebbe stato possibile spendere di più per una rosa più forte o, peggio ancora,  per un allenatore con esperienza di categoria. Qualche Innamorato potrebbe obiettare che i soldi avrebbero potuto esser spesi o utilizzati meglio anche nel valore del cambio merce del mercato di gennaio con la Juve o con gli ingaggi di semipanchinari che son venuti qui con l’idea di giocare ma fino ad ora hanno trovato spazio ridotto. A Frosinone sarà per esempio il turno di Liviero, non vedo alternative all’assenza per squalifica di Scaglia e così il ragazzino potrà dimostrare che vale e soffocare gli eventuali risvegli mattutini in cui dopo aver sognato di vedersi titolare si ritrova inesorabilmente in panca. E potrebbe essere una nuova opportunità per Jack Beretta che ha dismesso i pantaloni del pigiama –  come faceva notare qualche Innamorato sui Social Network – ma forse non si è corroborato con una doccia rinvigorente. il Beretta visto ieri  –  fermo restando che alcuni osservatori sostengono che si tratti più d’un esterno alto che di una prima punta –  è inutile all’economia della squadra, forse anche un poco dannoso all’umore dei Tifosi. La Pro oggi viaggia in campo ad una velocità ridotta, una volta si diceva di un auto che andava a tre cilindri, trovo encomiabili i centrocampisti che tirano il carrettino dall’avvio o quasi ed avrebbero bisogno ogni  tanto di rifiatare e ritengo anche superficiali le considerazioni di alcuni che affermano si tratti di ventenni ricolmi di energia e senza nessun problema alla loro età. Non è così, lo stress è emotivo  –  per favore non dite che dovevano scegliersi un altro mestiere –  ed anche fisico –  ogni tanto si devono recuperare le energie. Nonostante tutto l’allenatore vede durante la settimana giorno per giorno e sa quel che si deve fare e sa quali uomini schierare perchè sono i più in forma o perchè più adatti al gioco nostro e di contrasto agli avversari. Nessuna scusante ma un cocktail di ragioni per questo lungo momento di crisi che dipende da un calo fisico fisiologico – come diceva qualche anno fa Lino Nobilitocca al Real Madrid ed anche allo Stroppiana” – e l’assenza di sostituti degni dei presumibili titolari, al di là delle eventuali arroganze, frutto di investimenti reali da parte di una Società sana e non di acquisti con prezzi da Cartier quando hai la casa piena di romaneschi Buffi o liguri Puffi (singolare maschile puffu). Le distorsioni del calcio italiano, possiamo farne un dizionario. E, terzo motivo, il dato certo che gli avversari ormai e da tempo sanno come giochi e con chi, forse qualche volta si potrebbe variare spartito ed interpreti, ma avercene, degli uni e degli altri. Quel che non deve mai mancare nei Leoni è il vigore, la vis agonistica, carente contro il CIttadella, superiore per corsa e strategia di quel che volpone che è Claudio Foscarini, umile quasi quanto il Cronista e bravo nel sapere attendere e sfruttare con i suoi uomini il varco lasciato aperto da un mancato contrasto, utile a portar via il forziere da tre punti. Si riparte da lunedì, con la distanza dai play out che si accorcia e le  gambe che di certo  incominceranno a tremare un poco. Per ovviare al problema potrebbe essere utile, se di notte i giocatori dormono coperti, fare prima training autogeno e poi indossare un pigiama o una camicia da notte che abbia i Leoni rabbiosi stampati sopra e non il tenero  Pikachu.

Paolo d’Abramo