Due facce dello stesso Leone

La Pro perde a Catania 4 a 0 ed ora è chiamata al pronto riscatto sabato prossimo contro il Modena al Robbiano Piola

Immediatamente dopo la sconfitta per 4 a 0 con il Catania al Massimino ex Cibali, l’Umile Cronista ha scritto un pezzo, anzi due. Li ha lasciati lì, a sedimentare qualche ora. Poi ha deciso di non pubblicarli, è meglio lasciar scorrere il nervoso lungo le vene e che vada a depurarsi questo sangue amaro, che fluisca a dissipare la rabbia in sudore e lacrime di chi c’era, in campo, sugli spalti,  davanti ad un video, con – a fianco – una radio. Perché, dopo una gara come quella di Catania, i Tifosi si dividono in due sottocategorie, gli Innamorati delusi e gli Innamorati a prescindere e sempre. Faccio il ruffiano e mi astengo dal renderli pubblici, questi articoli, li tengo per me e per i miei amici, se li avessi messi on line sarebbero stati più o meno così, sempre ricordando che la Madre Ipocrisia cresce figli senz’anima.

Non è a Catania che dobbiamo fare punti”. “I punti dobbiamo farli in casa. Il Catania costa 5 volte più di noi”. “Non ci sono titolari fissi”. Ma raramente variamo anche il modulo. E così resuscitiamo il Catania del nuovo mister Marcolin e del calciomercato di gennaio. Bene. Allora perché non far giocare, con il massimo rispetto per questi Leoni, Liviero, Milesi e Beretta? Così preserviamo gli altri da squalifiche, infortuni, influenze e Tramontana, nel senso del vento. La Pro, intanto e come a Bologna, prende un goal subito subìto, anzi due, e va in barca, fin quasi alle Eolie. Capisco che non si può sparare sulla croce rossa in campo bianco ma se proprio devi perderla vai comunque a giocartela. Così non è stato e, vissuta la gara in mezzo ai tifosi che sono rimasti a Vercelli, ho preso e trasmesso sofferenze. Questo pezzo scritto a caldo è il frutto della tristezza e della rabbia ma l’esperienza dovrebbe insegnare ed invece no.  Come a Bologna andiamo a fondo praticamente fin dall’inizio. Chi dobbiamo salvare della gara al Massimino ex Cibali? Nessuno, anzi no, i Tifosi vercellesi che si sono sobbarcati un viaggio della speranza trasformatosi in Via Crucis, ma non siamo ancora in Quaresima e speriamo che per noi non sia iniziata in anticipo e con lunghezza doppia. L’inesperienza del mister, ci sta così come le amnesie difensive, i vuoti di centrocampo, le inconsistenze ovvero la scarsa concretezza in attacco. I veri vincitori sono gli Innamorati che hanno affrontato il disagio d’una trasferta lunghissima, della spesa supplementare a causa del posticipo, delle 4 pere prese, solo Loro e la loro Amata. Adesso scrivetemi che non ci si deve esprimere così, su, su, sono qui che aspetto. Sono certo dell’obiettività di giudizio e del fatto che oggi la voce del popolo rappresenta la Verità. Vergogna, vergogna, vergogna. Aspettando Signorelli.

Dopo una prova gagliarda ma sfortunata la Pro esce sconfitta dal Massimino ex Cibali. Peccato. La sconfitta non rende merito alla prestazione della squadra trovatasi per casualità in doppio svantaggio dopo pochi minuti per un paio di episodi decisi dal Fato che, cinico e baro ancora una volta, ha impedito ai Leoni di portare a casa tre punti che sarebbero stati ampiamente meritati. Anche l’arbitro Mariani ci ha messo del Suo, regalando il rigore del due a zero agli Etnei. E negandoci un penalty CLAMOROSO su Sprocati che avrebbe messo in discussione il risultato finale. Resta l’Onore reso dagli avversari al mister ed ai giocatori in maglia Bianca. Mancò la fortuna non il valore ma in questo caso abbiamo perso solo una battaglia agonistica e risorgeremo più forti di prima già da sabato prossimo contro il Modena di Novellino e di Fedato, giunto poche settimane fa alla corte di Walter Alfredo “Monzon” e dei Canarini, convinto dal denaro e dalle ambizioni di alta classifica. Per dimostrare agli emiliani,  ai miscredenti vercellesi ed a tout le monde che si stanno sbagliando. E Sprocati è comunque meglio di Fedato

Paolo d’Abramo