Il Punto di Paolo d’Abramo/Castità, Povertà, Obbedienza, Umiltà, Orgoglio

Dopo la batosta dello zero a quattro interno con il Pescara ci attende sabato il Crotone all’Ezio Scida

Se parli di tattica Ti scrivono che in Italia ci sono 50 milioni di allenatori, quando scrivi di uomini e voti sportivi, tipo castità il giorno prima della gara, povertà di costumi nonostante un reddito non trascurabile,  obbedienza al Verbo del mister, Ti dicono che stai parlando d’una vita di tant’anni fa ed in fondo è giusto così. Bene. La Pro ne prende 4 dal Pescara del post-zemaniano (come cronologia in panca e mentalità) oltre che juventino (che paradosso!) mister Baroni, con la differenza che, in genere,  Zdenek conta  almeno due reti  a partita nella sua porta ed, invece, per una delle due –  reti –  ci ha detto no Pasqua, l’altro l’ha sbagliata Belloni –  son giovani ‘sti ragazzi – infine ce ne sarebbe stata anche una terza, quella di Marchi che prova a piazzarla di misura ma il bravo Aresti ci arriva e gli nega la gioia. Andiamo avanti. Ci attende sabato il Crotone, dobbiamo percorrere il diciottesimo chilometro della maratona, quanta strada ancora nei nostri sandali, da fare naturalmente. Per quel che può contare la situazione quando ne mancano ancora più di venti, direi che, al prossimo giro di valzer, Entella vs Vicenza, Cittadella vs Bari e Latina vs Varese sono sotto l’osservazione del mio binocolo da teatro. Intanto noi non ci fasciamo la testa e la rialziamo con qualche certezza, qualche conferma in più. La certezza è avere a disposizione un alfiere in più per le diagonali, qualche cavallo per saltare in su ed in giù per la scacchiera dell’Ezio Scida, stadio del ridente centro calabrese. Nessun Re, forse un paio di Torri, la terza salta un giro, la quarta è un fantasma che non prende parte all’Opera praticamente da sempre. Crotone fuori, Ternana in casa, poi a Bologna e si chiude il 2014 in casa con il Trapani. Voglio essere ottimista, mi bastano 6 punti e spero che il contraccolpo di sabato  non sia stato troppo traumatico per i giovani, gli alberi sempreverdi resistono alla siccità ed al gelo, figuriamoci se gli fa impressione aver preso 4 pere in testa. Infine, con qualsiasi modulo e con qualunque undici in campo, amici belli che andrete a correre sulla pelouse verdeverdissima di Crotone, se non ci arrivate con la gambe metteteci il cuore, chi non ci arriva con la testa metta la gamba, il resto dovrebbe farlo la maglia, sempre che si sia consapevoli d’indossarla con un certo onore. Se poi in campo sputerete lacrime e sangue vedrete che gli Innamorati continueranno ad amarvi. E abbiate il coraggio e l’umiltà di chiedere, eventualmente,  scusa ai tifosi o fare un passo indietro se osservate che proprio non ce la fate più, in una partita o anche per il resto del 2015. Nel 1984 Mario Guidetti torna in Serie C, milita per una stagione nell’Ancona e per una nella Pro Vercelli. Qui offre un rendimento inferiore alle attese, e per questo motivo dai primi mesi del 1986 si autoesclude dalla rosa della squadra. Nell’86 eran già poco meno di quarant’anni che seguivo la Pro e mi ricordo assai bene quella stagione e quel giocatore. Nessuno specifico  riferimento odierno, perlacarità, le parole valgono per i giovani e per i sempreverdi, sempre, quando si veste la maglia della Pro non si ha età, solo cuore, orgoglio, grinta e determinazione.

Paolo d’Abramo