La Pro si prepara a ricacciare in mare la sirena Pryntyl ed affrontare l’ultimo ostacolo
Forse non è così chiaro a tutti che le designazioni arbitrali dei play off di Lega Pro sono stabilite – anche, soprattutto e non incidentalmente – in base a graduatorie di merito che si formano lungo la stagione regolare. Si può non essere in accordo con i voti, capita dalla scuola Primaria all’Università, ma se il Grande Fratello stabilisce che i migliori sono loro occorre prenderne atto. D’altra parte, testimone (e cattivissimo) me, lo ha detto anche Ninni in Sala Stampa a Savona e poi ha suggerito a qualche collega marino (singolare con la o, no plurale come l’arbitro di domenica) – snocciolante ipotetici squalificati tra gli striscioni per la domenica successiva – l’eventualità di formulare domande intelligenti anche se, aggiungo io, è così difficile – oggigiorno – tirar fuori punti interrogativi adatti ad un allenatore appena uscito dal campo in cui ha buscato due pere e l’espulsione d’un terzino, Rimuginando nell’intimità della cameretta notturna qualcuno dalle parti di Savona potrebbe addirittura avere incubi e sognare con il mal di stomaco relazioni affettuose tra il designatore arbitrale di Lega Pro (o, i più costipati, addirittura rischierebbero l’apparizione del Presidente di Lega Pro) nelle vesti di Nettuno che guarda con tenerezza la Bianca Sirena Pryntyl (Céline & Capossela), capace di ottenere le gambe al posto della coda e far perdere la testa alla Divinità. Niente di tutto questo, potrebbe essere invece la legittima Venere – con la maglia bianca e la testa di Leone – ad enumerare il cahiers de doléances lungo 29 o 30 partite, errate decisioni, torti. Ed invece no, si tace, con eleganza. Potete dire e scrivere quel che volete ma a me Ninni Corda resta simpatico, anzi, molto simpatico. Mi trovavo a camminare lungo il Corso, ieri sera come mia consuetudine, ben sapendo a quel che stavo pensando, e cioè che Angelo Giacomo Demartis fa nel Savona lo Zico della situazione. Il Savona in attacco – e con le debite proporzioni- ricorda quell’Udinese lì, quando mister Enzo Ferrari suggeriva di cercare il fallo tra la trequarti ed i limite per il piede fatato del brasiliano carioca. Domenica Demartis ci ha provato quelle tre o quattro volte, attenzione dunque. E accortezza anche per le invenzioni del mister sardo, capace di sistemare un vero attaccante (Marras) come presunto esterno basso e profondere ancor di più coraggio valore orgoglio, quelli tipici dei Balentes sardi, a tutti i suoi calciatori. Noi innamorati di Pro in qualunque forma si manifesti, per aria terra o mare, restiamo convinti che alla fine delle tribolazioni l’Amore vince su tutto, omnia vincit amor et nos cedamus amori, ed anche noi cediamo all’Amore. Qualche volta, nei romanzi o nelle canzoni – l’amore all’alba si trasforma in schiuma, ma quando è vero si fa toccare, come un ciuffo d’erba sintetica del Robbiano Piola, una maglia bianca nella notte del 7 giugno.
Paolo d’Abramo