Il punto di Paolo d’Abramo 19/ La metamorfosi della Bianca Amazzone, il Cuor di Leone è da un’altra parte.

Messe da parte le ambizioni di primo posto ora ci restano i play off

E non è soltanto uno, il cuore che si è nascosto sotto la gonna d’una Bianca Signora paurosa e senza fiato. A Pavia, dopo un primo tempo più che dignitoso con un legno colpito, un rigore negato ed un frizzante naturale che lasciava ben sperare per la ripresa, i nostri eroi sono scesi in campo per un secondo tempo da dimenticare. Sul Ticino si sono visti i nostri quasi sempre secondi sul pallone, non riuscire mai ad aprirsi in velocità con ripartenze pari a rasoiate, non imbastire una trama di fantasia di fronte ad una compagine assai rimaneggiata e comunque con la voglia di dimostrare che, in fondo, 25 punti di distacco in classifica – tanto è la differenza tra Pro e Pavia – si possono anche non vedere. Ora, o i nostri si sono trasformati in cocorite impaurite oppure sono a corto di ossigeno nei polmoni e nei muscoli. Non è che la preparazione è stata troppo pesante?  Per quanto il bravo Andrea Marconi mi dica in Sala Stampa che chi attacca consuma più energia di chi difende, resto perplesso sul fatto che una formazione seconda in classifica sia così in difficoltà a far goal contro la penultima solo perché gli avversari si chiudono e non lasciano spazi. Manca la fantasia? E pensare che al mercato di gennaio si voleva sacrificare la bella e succosa mela Erpen per chissà chi. E pensare che dal mazzo di quel che restava sul mercato sono stati pescati –  per il pinzimonio da stella chiocciola e cappello di superchef –  Ghosheh e Kuqi, impiegati per scampoli di cucina calcistica, Corduri ed Emmanuello, il primo –  spiace per lui ed in bocca al lupo – rotto da poco, il secondo preso già “grandinato” (ottobre 2012) da un doppio infortunio, legamenti crociato e collaterale  – il cui decorso di guarigione non è così breve –  per  farlo arrivare a maturazione di Prima Divisione entro forse la fine di questo campionato. Non dimentico Statella, e scrivo d’un bravo giocatore che ha fatto anche la B, però prima di arrivare sulla riva del mare a quadretti si era lesionato (un annetto fa) il bicipite femorale e poi, già a Vercelli, due costole, in totale ora ha venti minuti abbondanti di autonomia, poi si spenge la luce. Abbiamo rivisto Er Lupo, Giuseppe Greco, forse il giocatore di maggior classe tecnica nella Pro. Peccato che cammini per il campo, la sua illuminazione – eccelsa dal punto di vista della qualità e della visione di gioco –  è piuttosto statica, urgono palle inattive o giocate da fermo. Restiamo convinti che si potrà far bene nei play off perché la squadra è seconda, ha comunque una solidità confermata sempre dagli osservatori ed aspetta il Venezia che è una Signora compagine alla ricerca ancora dell’identità definitiva. E’ vero, siamo solidi ma, ad onor del vero, ci manca un poco di fantasia davanti dove stiamo spesso a  far girare la palla senza trovare varchi o lanciandola nel mucchio dove arrivano quasi sempre prima gli altri. E poi, diciamola tutta, ci manca anche un poco di simpatia. La Pro non è simpatica agli arbitri così convinti che siamo una squadra di polemici cascatori. E non è simpatica neppure ai tifosi (non tutti per la carità) che dovrebbero solo incitare la loro squadra e ringraziare l’Altissimo o il Destino per aver visto la B, la testa dell’attuale Prima Divisione e tante altri spettacoli di Alta Cucina Calcistica. E, se tra qualche mese non sarà più così, ce ne faremo una ragione, anzi andremo in giro per locande rustiche senza tappeti verdi oppure stenderemo un bella tovaglia bianca nel bosco o sul prato (verde) per un genuino e gustoso picnic http://it.wikipedia.org/wiki/Colazione_sull’erba_(Manet)

(Le Signore, anche loro in Bianco)

Paolo d’Abramo

 

Post Scriptum: non dimenticate giovedì 20 marzo dalle 20 e 45 alle 22 e 15  la terza puntata di “Alè Pro in Onda”, su Radio City – la Città che Vive, garantiamo servizio di cucina calcistica di qualità, menu anche per vegetariani e vegani.