Il punto di Paolo D’Abramo/6 – Scazzola non cambi: questa è la “sua” squadra
Ancora prima del pareggio a reti inviolate ottenuto sul complesso terreno di gioco di Bolzano, difficile da praticare per l’imperfetto fondo e la scorbuticità degli avversari, i tifosi della Pro si dividevano in due fazioni. Coloro che sostengono in ogni caso i bianchi di Scazzola e quelli che sono più critici sull’approccio alla gara. Questi ultimi sembra che da oggi abbiano tra le loro fila – ma possiamo sbagliarci – un uomo in più. Il presidente Secondo. Ora, io Vi abbraccio tutti fortissimo ma se vado in un ristorante che è famoso per il pesce, è improbabile che scelga una Fiorentina, nel senso di bisteccona. Il gioco del mister, al di là dei numerosi moduli dichiarati, è questo. E se non Vi piace avete due alternative, o smettete di tifare Pro oppure gioite ugualmente perché siamo secondi in classifica e possiamo ancora giocarci tutte le carte disponibili per salire direttamente in B. Le prossime righe sono per tutti i tifosi che invocano cambiamenti tattici o innesti miracolosi. Se avete prestato attenzione ai miei pezzi precedenti, comprese le interviste, saprete già come stanno le cose. Se invece no, allora ve lo riscrivo. Dimenticatevi il regista basso, il trequartista e le due punte con un centrocampo a quattro, se accadrà sarà per brevi momenti e neppure sovente. La Pro non può imporre il gioco perché, semplicemente, la squadra non è stata costruita per governare le gare ma ripartire in velocità e prendere d’infilata gli avversari. Con triangolazioni rapide e lampi improvvisi. Oppure su schemi offensivi che muovono da palla inattiva. Infine, si potrebbe pensare che non abbiamo un difensore che esce palla al piede dalle retrovie e quindi, qualche volta, arrivano i lanci dei centrali (Ranellucci, Cosenza, Bani) a saltare il centrocampo. Ma vi dirò di più, se i nostri sperimentassero un gioco diverso rischierebbero anche di prenderle, perché, appunto, è come chiedere ad uno chef – famoso per la cucina di pesce – di proporre un bel piatto di carne. Si può fare, e i grandissimi lo sanno fare in modo eccellente, ma ci vogliono capacità (e ci sono), volontà ed la materia prima (ci sarebbe ma si deve scongelare). Per queste ragioni i tifosi possono continuare ad invocare cambiamenti ma il menu resterà, probabilmente, uguale. Magari servito in tavola con più convinzione. Fine. Sulla gara di Bolzano non c’è altro da dire. Sulle avversarie dirette, davanti l’Entella ha vinto con il Savona e dietro l’unica avversaria che, per modo di dire, s’avvicina, è il Como vincente a Lumezzane. Il Vicenza ha raccolto lo stesso nostro risultato in casa contro la Cremonese. Da segnalare il fine corsa della Carrarese che ha preso tre castagne roventi offerte in Toscana dal sempre insidioso Albinoleffe e così mister Madonna dovrebbe aver salvato la panchina. Abbiamo tutta la settimana per trattare della supersfida di domenica prossima quando al Robbiano Piola arriverà proprio l’Entella. Tra le altre gare del 15 dicembre segnalo Cremonese vs Venezia e Reggiana vs Vicenza, potrebbero fornire ulteriori ragguagli sulle forze che si disputeranno i posti al sole.
Paolo D’Abramo