“Ad Anfield ho deciso di tornare in panca”

Il nuovo allenatore della Pro Vercelli Giancarlo Camolese a tutto campo nella conferenza di presentazione: “Affascinato dall’ambiente Pro Vercelli”

Voglio una squadra che esca dal campo con la maglia sudata. Moduli? Prima di tutto bisogna stremare l’avversario. Una squadra che lotta è prerogativa di ogni tifoso d’Italia, ma qui, con questo stadio potremo sentire il calore della nostra gente molto più di altre squadre…“. Si è presentato così Giancarlo Camolese. Così come ce lo si aspettava: aria da professore qual è (ha una cattedra in Scienze Motorie all’Università degli Studi di Torino), cordiale e spigliato (frutto di anni da commentatore televisivo per Mediaset) e, soprattutto, “molto granata” nel suo modo di fare, di esprimersi, tanto da dichiarare un qualcosa di unico, davvero succulento per gli appassionati di titoli, sfaccettature e ritratti: “La voglia di allenare mi è tornata quando un paio di settimane fa a Liverpool, ho visto la gioia di Guidolin che con la sua Udinese aveva espugnato Anfield Road. Lì ho capito che il mio tempo nel gabbiotto dei telecronisti era terminato e che era ora di riscendere qualche metro sotto per ricominciare ad assaporare il gusto del campo, il sapore delle sfide“.

Parole pronunciate mercoledì alla conferenza di mezzodì, all’interno (per la primissima volta) della zona mista del rinnovatissimo Stadio “Piola”, un’autentica bellezza anche sotto questo aspetto: “Giocare qui è il massimo che un allenatore e una squadra possono chiedere – ha proseguito Camolese – Sembra di essere in uno stadio britannico, col pubblico praticamente attaccato ai giocatori: dovremo saper considerare quest’aspetto come un valore aggiunto, e nel tempo usarlo per intimorire le squadre avversarie che devono avere i fastidi a venire a giocare da noi“. E qui viene fuori tutto il modo di concepire il calcio del cinquantunenne che ha saggiato le panchine di Livorno, Vicenza, Torino… Ecco, appunto, il Toro, società tanto simili per molti versi alla Pro Vercelli, per storia, passato tortuoso e leggendario e… “palati fini”: “Veder giocare col cuore piace in tutta Italia. Soprattutto a me: cercherò di infondere tutta la mia passione a questi ragazzi a cui al termine di questi primi allenamenti ho fatto i complimenti per l’impegno profuso, ma attenzione: ho anche specificato loro che dopo i primi tre giorni sono bravi tutti a mettersi in mostra e a tirarsi su le maniche. Bisognerà fare in modo che anche tra tre mesi possa dire lo stesso“. E come ha trovato Camolese la rosa attuale della Pro, sia dal punto di vista tecnico che psicologico? “Tecnicamente ho la sensazione di avere un ottimo parco giocatore a disposizione e non mi spaventa gestirne 29, è una situazione già capitatami in passato. L’importante è allenare tutti allo stesso modo in modo tale di avere tutti a disposizione, nessuno escluso. Per quanto riguarda l’aspetto psicologico, è quello proprio di quei momenti in cui si sostituisce un allenatore: c’è un po’ di sconforto ma anche tanta voglia di fare“. E Braghin? “Lo ringrazio. Perchè ha fatto un lavoro davvero egregio: per chi subentra è più facile mettersi a lavorare in situazioni simili“. E poi ci sono i moduli, i valori aggiunti come Tiribocchi: idee e filosofie? “Prima vengono i giocatori, poi tutto il resto. Il modulo sarà quello più adatto ai giocatori che chiamerò in causa. Tiribocchi? L’ho conosciuto ragazzo e lo ritrovo uomo, sono sicuro che potrà dare tantissimo a questa maglia“. Infine, una domanda alla dirigenza: “Ho conosciuto Camolese a Cantalupa diversi anni fa – ha detto patron Massimo SecondoNe fui subito affascinato: il fatto di essere riuscito ad ingaggiarlo, oggi, mi fa rendere conto di quanta strada ho compiuto insieme a tutto il mio staff“. “Il gruppo ha dimostrato sinora di non avere un vero e proprio leader in campo – ha aggiunto l’ad Fabrizio RizziPer questo abbiamo optato per Camolese, un allenatore dalla spiccata personalità e profondo conoscitore della categoria. Detto questo, un enorme grazie a Maurizio Braghin“. A proposito di categoria, la chiosa è affidata sempre al tecnico torinese: “Una cosa è certa: non ho mai visto campionati di Serie B decisi a ottobre. E nè a dicembre, nè a gennaio ci sono promossi o retrocessi: si decide tutto in primavera dove tutto diventa esponenzialmente più difficile. Per cui andiamo cauti sia coi giudizi che con gli umori. Questa squadra può fare ancora tantissimo“.

Sabato, ore 15 allo stadio “Silvio Piola” di Vercelli, ci sarà il Padova. Se son rose…

 

Stefano Fonsato

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