Gufi? Braghin ce la farà…

IL PUNTO DAL BOZINO – Consapevolezza in un gruppo che può ancora dare tanto per la piazza e tanta voglia di dimostrarlo a quei gufi che cominciano tragicomicamente a pullulare. Questa l’atmosfera che si respira in via Obbia

Cominciano a sventolarsi i nomi di (im)probabili sostituti ad un eventuale flop di mister Maurizio Braghin nelle prossime due giornate. SI pensa ad orizzonti neanche troppo vicini per ipotizzare futuri più o meno esotici per la Pro Vercelli, forse dimenticandosi di quale miracolo calcistico sia vederla combattere in cadetteria.

E, più o meno velatamente (perchè è così, eccome se è così…) si mette in discussione l’artefice tecnico (insieme agli strepitosi sforzi provenienti da dietro la scrivania) di questo miracolo indissolubilmente legato al nome “Pro Vercelli”. Questo perchè? Per tre sconfitte consecutive, di misura, contro altrettante serie candidate alla promozione in Serie A? Assurdo vero? Probabile, ma forse è solo il frutto di una centrifuga mediatica che nel calcio gira a velocità incalcolabili e che sarebbe in grado di cancellare tutto, in poco tempo, anche la bella favola della Pro Vercelli.

Ma si sa, il Brago è uno che ha – come si dice da queste parti “l-a stomic dür” (letteralmente lo stomaco forte, metaforicamente uno che va sempre a petto in fuori) e a cui piace prendere il coro per le corna: “Vero – ha detto – da qualche parte soffriamo un po’, magari come si dice sulle fasce laterali, ma ci sono tutti i presupposti per rimediare presto a questi errori. Siamo in un periodo in cui ci gira anche male, abbiamo avuto alcuni episodi contro, molta sfortuna e mi rifaccio solamente alle tre conclusioni di Appelt Pires, almeno una di queste avrebbe meritato miglior fortuna… Avessimo portato a casa punti sono convinto che non sarebbe emerso neanche uno dei nostri presunti difetti. Bisogna insistere e crederci, tutto qui. L’Ascoli? Gioca col 3-5-2, con un calcio maschio: dovremo essere bravi ad aggredirlo”.

Nelle frasche antistanti il campo Bozino (sede delle interviste settimanali), una domanda scottante anche per Gaetano Caridi e cioè, quanto comincia a pesare giocare continuamente in trasferta? “Adesso tanto. Tanto perchè anche a livello tecnico, un giocatore nel suo campo trova la sua quadratura, i suoi spazi, prende confidenza con la porzione di terreno che occupa abitualmente. Oltre, ovvio, al discorso tifosi e al fatto che, dopotutto, siamo una neopromossa… Ma non dev’essere un alibi: contro l’Ascoli dobbiamo assolutamente conquistare i tre punti”.

Per allontanare quei gufi appollaiati un po’ qua e un po’ là…

 

Stefano Fonsato

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