Otto anni
Differenze d'età
Otto anni è la differenza d’età tra Felipe Avenatti – classe 1993 – ed Ettore Marchi, classe 1985. Otto anni vuol dire tre o quattro vite calcistiche per un giocatore, per un attaccante anche cinque o sei. Bene, Avenatti nella stagione appena trascorsa ha segnato una dozzina di reti, Marchi, che non ha finito il campionato per l’infortunio al braccio sinistro, 17 e in due campionati una trentina. Ora, Avenatti, contratto con le Fere in scadenza giugno 2017, è trattato dal Cagliari che lo vorrebbe e sarebbe disposto a spendere 3 milioni e mezzo, la Ternana ne vuole 4, probabilmente si accorderanno a metà strada, 3 sette e cinquanta. In più, naturalmente, il Cagliari dovrà pagare il Felipe. E c’è anche la concorrenza del Napoli. Con la speranza del compratore che Avenatti possa esplodere definitivamente ed aumentare ulteriormente di valore, se non esploderà l’affare non sarà così vantaggioso. Ora, ma veramente c’è qualcuno di Voi che mi legge e pensa che nessuna Società di serie B o di A ha da spendere questi due milioni? Uno alla Pro ed un altro al calciatore tra ingaggi, contributi e bonus vari per un trentenne integro con ancora almeno due anni di vita agonistica ad alto livello, ma più probabilmente tre e si è scoperto prolifico perchè impiegato come prima punta in modo costante solo dal nostro grandissimo Cristiano dopo ampio periodo di sostanziale affiancamento – nelle altre compagini in cui ha militato – ai punteros centrali? Altra questione è la volontà della Pro e quella della giocatore. Ci può stare che alla fine Marchi resti a Vercelli ma ho forti dubbi che nessuno di Voi ci penserebbe sopra se Vi proponessero uno stipendio quasi raddoppiato ed ambizioni di prospettive professionali elevate. Ora, aldilà delle rassicurazioni che alcuni di Voi hanno o pensano di avere dalle altissime scale gerarchiche dell’Universo, Marchi potrebbe stare, così come potrebbe andare, abbiate pazienza, esiste comunque la possibilità – per quanto non preponderante – che vada, checchè altri – i contrari all’evento – siano convinti dell’infallibilità dei loro suggeritori che frequentano o addirittura sono vicino, dentro all’Empireo, sono l’Empireo. Sondaggi diretti ed indiretti ci sono stati, la conclusione è ancora incerta. Capitolo portiere. Ma vogliamo pensare che la Società – ancora un anno di contratto in essere con Danilo Russo – possa provare a convincere il portierone a stare ancora tra il Sesia e Piazza Pajetta già Piazza Torino? Io penso di sì, se invece Russo vorrà andar via, un portiere di buon valore lo si troverà per sostituirlo, tra quelli che nei giorni scorsi sono stati nominati ed altri ancora. La Juve ha da proporne diversi, per esempio Pinsoglio, Nocchi, Branescu ed anche Gallinetta ma al momento non esiste idea certa della fattibilità dell’operazione, nè sulla sponda bianconera nè su quella bianca se non qualche chance in più per i primi due, sempre che Russo prenda i bagagli veramente e definitivamente corra via, è probabile ma la sicurezza non c’è. Quanto agli esterni alti, allo stesso modo gli Innamorati che si meravigliano del contratto allungato alla Punta di Diamante dovrebbero sorprendersi casomai partissero uno a scelta tra Di Roberto, Fabiano e Sprocati, l’ultimo è stato prelevato assai recentemente dal Parma, i primi due hanno sottoscritto il prolungamento, non dobbiamo mettere in conto una loro eventuale partenza o un prestito? Se non ci saranno partenze o prestiti, non solo la rosa non sarà così ampiamente ringiovanita ma abbiamo quasi tutti gli esterni titolari e di ricambio, ne mancherebbe uno, non dovrebbe essere Belloni ( e chissà, intanto riscrivo che sarei felice se dall’Inter – stessa Società di Belloni – arrivasse Pessina, sebbene in altro ruolo) ma un esterno di certo sarà scelto ed al momento solo pensieri e parole di fattibilità, non opere, ipotesi di accordi da armonizzare nero su bianco, non invenzioni di Bach, di Eupalla, forse di Morfeo.
Paolo d’Abramo