E lasciateci divertire, la Pro vola e noi sogniamo. Con i piedi per terra.
sabato pomeriggio a Pescara contro Zeman
E lasciateci divertire. Ieri pomeriggio, sabato di San Martino come la curva del Palio, con la vittoria della Pro sull’Empoli per 2 reti ad 1 al Robbiano Piola è andata in scena una rappresentazione agonistica come da tempo non si vedeva – almeno non la vedeva l’Umile – allo stadio di Vercelli, per intensità e carica agonistica dei Leoni che han fatto gridare i gufi come nel film di Claude Chabrol ed hanno provato anche ad estirpare il fiore del male. Vittoria di rimonta, sul vantaggio dell’Empoli, abbiamo appena avuto il tempo di arrabbiarci mentre altri laicamente sacramentavano sulla deviazione di Filippo Berra al bolide di Ciccio Caputo che improvvisamente è arrivato il pari, la rete di Marco Firenze. Come sono ariose le azioni della Pro, ampie, articolate, delitti perfetti sporcati dalla volontà dell’offeso di modificare il corso della storia, sia questi il Novara o la signora Empoli, una signora squadra davvero, organizzata – quasi come la nostra – dal bravo Vivarini, forse un poco autocelebrativa e leziosa in questo continuo giro palla come nell’hockey su pista quando si doveva liberare al tiro Ramon Auladell mentre Daniel Martinazzo si liberava da solo ed ad Empoli attendono le giocate del Donnarumma attaccante ma neppure parente del portiere. O i lanci per Ciccio Caputo. La Pro ha vinto dopo aver sofferto per mezz’ora, quella iniziale, l’Empoli che pressava, ospiti con una difesa normale, normale come può essere una difesa con Provedel in porta e Luperto tra i centrali difensivi centrocampo ed attacco ‘mportanti eppure non è bastato. Hanno avuto la meglio la tigna, la determinazione e la rabbia agonistica evocate da Grassadonia alla vigilia per i giornalisti e il popolo di fedeli ma predicata per tutta la settimana ai suoi. L’ha detto pure Vivarini, la differenza, oltre alla perfetta strategia di Grassadonia, l’ha fatta la rabbia degli uomini in maglia bianca, dei leoni e la loro tecnica, ovviamente. Pro perfetta come il delitto, Pro che risale la classifica, se poi vogliamo magnificare Vives dobbiamo farlo anche con tutti gli altri ma oggi Vives e Mammarella di più, mancheranno – squalificati – sabato contro il Pescara guidato da Zeman nel rinnovato e bellissimo stadio Adriatico, bellissimo come sempre e sarà un’altra prova del fuoco e del cuoco, inteso come chef di cucina calcistica Gianluca Grassadonia. Squalificati Mammarella e Vives, ancora incerti i recuperi di Germano Vajushi e Bifulco, sicuramente fuori Rovini Jiday e Franco Vivas, credo anche Grossi. La Pro con i cerotti e le bende, Pro comunque battagliera, sedici punti ad oggi, si scala la classifica ed è bellissimo, ieri sera il mio amico Fabrizio mi diceva “guarda la classifica e guarda dove siamo perchè non so quanto tempo passerà prima di vederla ancora lì“, il solito gufo che però apprezza assai Grassadonia, come me. Una Pro bella non solo nei suoi solisti ma soprattutto nel gioco d’insieme, coralità e Collettivo, come studenti arrabbiati che rivendicano i loro diritti ad esserci, non solo testimoniare ma incidere nella Storia della serie B, quest’anno, con identità e carattere. Sui singoli eppure, escluso il laico santo Vives che davvero potrebbe giocare al posto di Verratti contro la Svezia, tutti bravi, da Marcone sicuro quando è stato chiamato in causa, la difesa tutta, Filippo Berra compreso, oltre la sfortunatissima deviazione, i centrali difensivi, Mammarella e i suoi cross perfetti, Castiglia e Altobelli, Altobelli con quel bellissimo colore nella chioma, tra il platinato il giallo oro e il mogano, a me pare, non gliel’ho ancora chiesto ma potrebbe essere modificabile in caso di promozione alla massima serie, del calciatore per come sta facendo in crescita di condizione, volendo anche della squadra ove milita ora il calciatore. Commoventi Morra Raicevic e Firenze, chiamati ad un lavoro che non hanno mai o quasi mai fatto, di sacrificio, copertura, in questo modulo elastico a pannelli scorrevoli, 3-5-2 in fase di non possesso palla e 4-3-3 quando si attacca, olè. Commovente anche il pubblico, ieri, il Forza Pro che si è alzato più volte, tra il sole e la nebbia pronta a scendere come un sipario sulla scena meravigliosa della vittoria bianca, gran bel pubblico, quello presente. Pochi ma leoni anche loro. Pochi. Eh sì, non c’è niente da fare, per quanto i presenti si siano fatti sentire, i 2400 e spiccioli presenti, facciamo duemilacinquecento, nonostante il freddo, la nebbia, la voglia di plaid e di punch al mandarino, l’autlet con la compagna e qualche Grönsakskaka tra un Eket ed un Kallax, i crisantemi da bagnare e il calcio che non interessa più o non è mai interessato, ebbene tutti compresi gli assenti, non può essere la colpa ereditiaria sportiva del male (ma poi, quale male? nduc) da scontare in questa piccola città di provincia grande come Empoli e più di Cittadella, con lo spirito e l’intelligenza dell’indivia, dell’invidia, della simpatia inversa, del freddo, del grande freddo. Fate come Vi pare, quest’anno personalmente mi diverto a vedere la Pro, sempre, anche quando perde e recentemente capita di rado. Di certo con i diritti televisivi e d’immagine e gli sponzor e l’acume nelle scelte la nave bianca va, e come va, noi con Lei. E’ una bella Pro che stamane svegliandomi mi ha fatto ritornare in mente un brano che vi pongo dopo la firma, insieme ad altre due chicche cinematografiche, deliziose come i goal di ieri, di Firenze e Castiglia. Uno Zucchero ragazzino e due Chabrol.
Paolo d’Abramo