Refoli e tuoni

Brezze e tifo

Refoli e tuoni, anche qualche lampo, anzi Melampo. Molti Innamorati mi hanno chiesto un’opinione sullo scambio di cortesie avvenuto ieri tra un giocatore della Pro e qualche Innamorato presente all’amichevole con il Livorno. Altri Innamorati dicono e scrivono che Dom Claudio I non ha risposto “come si deve” al loro saluto. Il mondo del tifo è ampio, in alcuni luoghi presenta una forchetta emozionale, dai compassati ai caldissimi. A Vercelli, dove il rettangolo di gioco è a due passi, la città è piccina e quasi tutti si conoscono,  un refolo che in qualche luogo passerebbe quasi inosservato diventa una bufera e un tuono si trasforma in terremoto. E poi, come noto, il carattere di ciascuno è quello, alcuni si lasciano scivolare tutto sopra, come acqua sul marmo lucido, altri no, anzi quando vedono che te ne sei andato o sei rimasto senza rispondere, dopo un po’ Ti urlano ancora dietro provocandoti e cercando di cambiare le carte. Nessuno ha ragione nessuno ha torto, prima di tutto perché basterebbe non reagire mai alle provocazioni se le riteniamo tali, in alternativa  basterebbe un abbraccio forte per il malinteso tra le parti oppure delle scuse, come avvenne qui

http://www.ottopagine.it/av/sport/avellinocalcio/21642/la-curiosita-in-arrivo-rea-uno-che-non-le-manda-a-dire.shtml

e ci sarebbero tanti altri esempi, un paio di seguito

http://www.genoanews1893.it/vetrina/la-commovente-lettera-dei-tifosi-a-juanfran-scusa-per-non-averti-applaudito-3039

http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/01-02-2016/milan-inter-tifosi-colloquio-squadra-scuse-impegno-icardi-zanetti-stankovic-140494750158.shtml

temo però che non sia un’abitudine consolidata ovunque, quella delle scuse, aldilà dell’impegno professionale profuso fino all’ultima goccia di sudore, fino all’ultima goccia di simpatia. Per questo, l’ambiente conta, eccome se conta, e se è vero che gli insulti –  e insulti nel vero senso della parola, non già “sveglia” o “una striglia ai ragazzi” che a quest’ultima ci pensa di certo Ml quotidianamente –  sono sempre inaccettabili anche quando dettati dall’istinto, dalla passione, dal carattere e dal mestiere, le risposte agli insulti sono anche peggio, come se un tenore, dopo una stecca al Regio di Parma, individuasse gli autori delle rumorose critiche a seguire e li aspettasse fuori dopo averglielo promesso. In certe piazze calcistiche ad aspettare fuori sono i tifosi. Un’operazione simpatia. Servirebbe un’operazione simpatia, reciproca  e di buona volontà. Anche per aumentare quel migliaio di abbonati attualmente presenti. A certe latitudini, distanti da noi, è come scalare un ottomila.  Epperò, quanto siamo distanti dall’alchimia che si dovrebbe creare, anche solo con i risultati, tra Pro contemporanea e Innamorati. Quanto a Dom Claudio I, alcuni si aspettavano un ampio saluto, un cenno. Lo ha fatto nella fase di riscaldamento e ne sono testimone. Per il resto, è ancora una volta questione di carattere e, comunque, chi avesse voluto trovare una ragione per non rimpiangerlo l’avrebbe trovata, con maggiore o minore difficoltà, nessuno è perfetto. La musica è finita, addio. E non è per tutti avere la Pro nel sangue come per un ex allenatore bianco che vedo spesso in tribuna. Quanto al mercato, mancano dieci giorni. Ritengo arriverà prima il difensore e poi, eventualmente, il centrocampista. Anzi, prima arriverà la firma del prolungamento di Mustacchio, poi forse si farà la conta di quel che resta da spendere.

Paolo d’Abramo