Il riscatto passa da Avellino
Martedì 8 dicembre in trasferta contro i lupi irpini
Il riscatto passa da Avellino. La Pro contro la Ternana ha disputato una buona gara. L’ha ammesso anche Roberto Breda, allenatore dei rossoverdi, il risultato più giusto sarebbe stato il pari. Ed invece, come spesso accade nel calcio, quando non sfrutti un’occasione vieni punito. In realtà la Pro di occasioni ne ha avute due, una con Beretta e l’altra con Coly. La prima è stata vanificata dall’arbitro Candussio che non ha ravvisato il fallo da ultimo uomo, veramente non a ravvisato neppure un fallo che rivisto al replay c’era, e non ha concesso né la punizione né l’espulsione che in realtà ci sarebbe stata perché Jack era pressato da due praticamente in parallelo ed uno era già oltre la figura fisica di Jack e poi Jack era lanciato in porta. Insomma, così non va. La seconda opportunità è capitata sulla testa di Coly che invece d’indirizzare in un angolo di porta ha colpito forte ma piuttosto entrale permettendo a Mazzoni, portiere della Ternana, di fare un bell’intervento. Quando qualche mese fa avevo accennato all’idea che sui tiri da fuori Pigliacelli non è del tutto insuperabile come tra i pali sono stato ricoperto da strali. Ora, la botta di Palumbo è stata bellissima ma nessuno l’ha contrastato e il prode Mirko non è riuscito a prendere la sfera se non nel sacco. Certo, un centrale difensivo, un centrocampista arretrato, anche tra quelli più freschi, poteva contrare il gioiello classe ’96 rossoverde ma così non è stato. La Ternana è una tra le squadre che ha impressionato di più al Robbiano Piola, ben organizzata, ben messa fisicamente, determinata. La Pro non ha demeritato, arrivava – come ha ricordato Foscarini in Sala Stampa, da una settimana travagliata per motivi di salute e qualche problemino c’era. Gli aspetti positivi sono stati ancora una volta una gran prova di Mustacchio, bravo Nunzio e bravo anche Jack Beretta che oltre ad aver prodotto un notevole sponda per il goal di Mustacchio si è mosso assai bene. Bene anche Scavone. Male Scaglia, il rapido folletto Furlan ha imperversato, male Castiglia che nel primo tempo manteneva un sottoritmo da adagio triste e salvava, in parte, la sua prestazione grazie alla capacità d’impostare le geometrie con piede e visione di gioco che gli appartengono. D’altra parte, Foscarini in Sala Stampa ha fatto capire (almeno l’Umile così l’ha inteso) che questa non era partita da Fausto Rossi e così ha deciso. Dom Claudio I ha le idee chiare, ed anche determinate perché l’influenza ha mietuto vittime in settimana, vittime illustrissime, Scaglia era stato colpito di recente e Filippini qualche giorno prima. Molti Innamorati penseranno che è meglio uno Scaglia indebolito che un Filippini un poco più guarito, nonostante il giovane di scuola Lazio risulti sempre tra i migliori quando gioca. Lascio ai lettori la valutazione personal(issima). Ci eravamo abituati bene, avevamo fatto la bocca buona, ora con un retrogusto da Gattinara giovane, un poco foxy ed un poco troppo astringente, andiamo ad Avellino con gran voglia di riscatto. La stessa che hanno i Lupi, Tesser traballante e sogni notturni dell’Umile d’una spasmodica attesa di mister Camplone di prendere il suo posto. Ma sicuramente è solo un sogno fallace. Rientrerà probabilmente Matute nell’undici iniziale, sono curioso di vedere se questa di Avellino sarà una partita, ad opinione di Dom Claudio I, adatta a Fausto Rossi e se Jack sarà confermato in attacco. L’Avellino davanti è temibile come la Ternana, dietro sembrerebbe avere una difesa rabberciata ed instabile. Ma la serie B è una brutta bestia, i Lupi qualche volta diventano cattivi e la Pro deve rimettere i panni dell’indomita fiera di Salerno. Il Leone, La Lupa – o meglio i Lupi d’Avellino – manca la dantesca Lonza per completare il trio di fiere infernali, dovrebbero evitare i Leoni di prender da lei l’irragionevole istinto alla smodatezza e far prevalere la ragione d’una gara equilibrata, giocata per vincere contro una difesa non imperforabile ma attenti ad un attacco irpino che può far male, molto male, agli avversari.
Paolo d’Abramo