Tre su tre e ora contro il fatal Pontedera

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Tre, siamo arrivati a tre vittorie, su tre partite. Quella per uno a zero fuori le mura a Busto Arsizio contro la Pro Patria grazie alla bella rete di Umbertino Germano, un fendente apocalittico nel sette del portiere avversario, rende la Primavera della nostra Pro ancora più lunga di questo ampio preambolo del pezzo, ove peraltro sta tutta l’essenza della Bianche Casacche, attualmente. Lotta estiva per il ripescaggio, lotta autunnale sui campi di sudore e non ancora fango perché piove poco, calci alle caviglie e battaglie quotidiane con noi stessi per scacciare i fantasmi che cavalcano già sogni di gloria, meglio farli quando la primavera sarà infine e davvero arrivata. Questa Pro che sembra più debole di quella di Braghin e di Modena, più fragile di quella di Bolzano e di Scazzola, al momento sta facendo bene, tre partite e tre vittorie, Albisola, Carrarese e Pro Patria. Attendiamo per domenica pomeriggio il Pontedera, una di quelle parole che appena pronunciate subito tocchi legni o parti nobili mentre Nobile il nostro portiere non si tocca, fino a che non prenderemo goal decisivi – ma anche dopo – non si toccherà, difendiamolo bene, è un invito alla linea dei quattro davanti a lui, ai centrocampisti ed anche ai tre subito dietro Morra – domenica erano Gladestony Leonardo Gatto e Dentello Azzi, gran lavoro ai fianchi degli avversari ma per carattere e caratteristiche non sempre inclini all’interdizione ed alla Maginot, di questa linea noi nobili decaduti in terza serie non vorremmo mai sentirne parlare, perché dovremmo scendere sempre in campo e schiantare gli avversari in modo netto, anche quando questi fanno di tutto per non farti giocare, è il loro compito e ti mettono in difficoltà qualche volta o soprattutto all’inizio sulle catene laterali o in mezzo ove i grandissimi Bellemo ed Umbertino cantano portando la laica Croce Bianca. Con il piglio giusto ed un tecnico che potrebbe davvero essere il tre dopo i due indicati sopra, tattico e motivatore, così ha definito Vito Grieco una persona che lo ha visto allenare, la grande chance di Vito Grieco. È ancora così presto, in quest’ottobre che sa di Primavera, di rinascita per questa Pro che non è mai morta ed ha una Rosa ben fiorita, giovani conosciuti dal mister e i veterani, quelli che hanno fatto la B, qualcuno forse ha raggiunto la A ma ora deve sapere che si trova in C, rimboccarsi le maniche e correre per smaltire tutti i pensieri di grandezza a coprire zone del campo impervie quando hai di fronte ragazzini che non badano a complimenti o meno giovani che mirano alle caviglie. Schiavon potrebbe davvero essere l’uomo in più per questa Pro, gli Innamorati non vorrebbero davvero che fosse già l’uomo in meno nella Rosa, una risorsa importante. Occhio al Pontedera, ogni volta che lo affrontiamo – con tutto l’affetto del caso spero non per molto tempo – dovremmo vincere con sei goal di scarto, o almeno segnando sei goal. Un mio amico ha detto che Vito Grieco potrebbe assomigliare un poco a Giuliano Zoratti, non so perché, non ne so abbastanza dei due per poter fare questi raffronti. Però mi ricordo quella Pro, quella di Zoratti, una gran bella Pro. Se questa ci facesse sognare come quella sarebbe bellissimo, ancor di più con il lieto fine.

Paolo d’Abramo