Un sacrificio economico necessario
Un sacrificio economico necessario. Vox populi. Ascolto la voce di molti Innamorati. La Pro torna da Parma con una pesante sconfitta che determina stati d’animo diversi, tra la delusione e la rabbia. Diventa inevitabile trovare colpevoli perché quando si perde ce n’è sempre almeno uno, l’arbitro, il calciatore che ha sbagliato, gli avversari, la sfortuna. Una volta trovate le ragioni della sconfitta tutto diventa più semplice ed ogni considerazione successiva non concorde è facilmente contestabile. Intanto va sottolineato che il Parma ha una squadra ed una Rosa ampiamente più forti della nostra. Quindi non ti puoi permettere errori, devi essere cinico, non solo per 40 minuti, tolto il tempo degli errori. Sapevamo di dover soffrire lungo questo campionato, di dover soffrire a lungo e di gioire qua e là. Nel primo tempo abbiamo tenuto bene, nella ripresa dopo l’episodio del fallo di Konate conseguente all’errore di Bergamelli, l’espulsione ed il goal fortunoso quanto immediato del Parma hanno chiuso la partita. Si può discutere sull’ingresso di Bruno, sulla capacità di reazione della Pro in dieci ma la sostanza non cambia. Si deve avere un obiettivo, chiudere il Girone d’Andata a 22-23 punti e poi prendere 3-4 giocatori forti e sani, non come nel primo infausto anno di B, arrivarono nomi anche importanti, forse – ed altrettanto forse – inadeguati per condurre la Pro alla salvezza, per precarie condizioni fisiche o inadeguatezza alla pugna. Ed anche in quel caso ci si ricorda di un arbitro, Velotto, ma la frittata era già stata cotta e mangiata nella prima parte del campionato. Inutile chiedere regali belli e costosi, soprattutto costosi, basta che siano utili e l’utilità può essere sì costosa ma è l’esigenza primaria se ci si vuol salvare, vista la sobrietà nelle spese estive e gli errori nei due bersagli principali, portiere ed attaccante, Nobile e Polidori. Nel primo caso si è corso subito ai ripari, nel secondo lo si dovrà fare, o mutando modulo oppure con l’arrivo di una punta vera che però, nei diversi moduli proposti da Grassadonia, dovrà avere sempre una grande disposizione al sacrificio di polmoni, muscoli e carattere. A meno che si voglia imputare all’allenatore la responsabilità principale. Ma, allora, temo si dovrà spendere anche di più. Diversamente, si ammettano gli errori e si confermi che più di così non è possibile fare. Questa è l’opinione di molti Innamorati, non quella dell’Umile che è ottimista ad oltranza. Sabato prossimo si andrà a Venezia, un Venezia senza Domizzi che, espulso, sarà squalificato. Venezia costruito e forgiato con il diamante di Filippo Inzaghi. Secondo me può essere una trasferta più abbordabile di Parma, a patto di avere nervi saldi e concentrazione assoluta per tutto il tempo della partita. Un qualsiasi risultato positivo a Venezia, lascerebbe alle restanti gare con Spezia, Ternana e Cittadella l’onere della conquista di 4 o 5 punti per provare la risalita da gennaio in poi. Per conservare questo sogno ad occhi aperti che per Vercelli è la serie B, per dimostrare di fare tutto il possibile per salvare la categoria. Un sacrificio economico intelligente, come è sempre stato nel corso di questi anni di cavalcate meravigliose nelle praterie della serie cadetta, per evitare di ballare nella gondola della B anche dopo esser tornati da Venezia. Al di là di vittorie esaltanti, questa Rosa ha dimostrato di non riuscire a reggere la categoria. No all’arrivo di purosangue dalla salute precaria o dall’assenza di condizione fisica immediatamente pronta all’uso. Un sacrificio economico intelligente, questo serve, per conservare il sogno. Vox populi, la voce degli Innamorati.
Paolo d’Abramo