Primo non prenderle
sabato pomeriggio la Pro giocherà a Bari
Primo non prenderle. Dipende da che parte si vuol guardare, classifica, gioco, risultati, forza degli avversari. Oppure guardarci allo specchio con obiettività, che nel calcio è impresa impossibile. La Pro avrebbe potuto, ieri sera, portar via 3 punti al novantacinquesimo ed ora staremmo qui a fare sì qualche critica ma con l’animo più leggero. Ed invece al fischio finale di Illuzzi il Latina festeggiava il pari mentre sul Robbiano Piola e nei cuori degli Innamorati calava la nebbia, già a preoccuparci del prossimo trittico, Bari fuori casa, Carpi in casa, Virtus Entella fuori. Poi Vicenza in casa, Salernitana fuori e Pisa al Robbiano Piola, tre scontri salvezza, dopo il Pisa avremo concluso la diciassettesima. La Pro di ieri sera non ha demeritato in una gara bloccata dal tatticismo e accesa da qualche fiammata, questa è la serie B, qualche colpo di talento che ogni tanto entra in rete, altre volte si stampa sul palo o viene respinto dai portieri. Per il resto poco spettacolo e soprattutto, primo non prenderle. Che poi, si fosse davvero rispettato questo comandamento laico, Legati avrebbe abbattuto Paponi, sarebbe stato espulso, avremmo fatto le barricate ed ora avremmo tre punti in più. Ma, qualche secondo prima, anche Mustacchio non ha fatto la cosa giusta, poco lucido per le tante corse, il fiato speso, l’aggroviglio di gambe e testa. Qualche allenatore dice che il livello della B di questa Stagione è più basso di quello della scorsa, altri affermano il contrario, con le parole si può affermare tutto e il suo contrario, anche sulla prestazione della Pro di ieri, tra fideisti convinti e scettici. Possiamo condividere alcuni concetti, tipo che Mammarella – ho sognato che ha la pubalgia – non c’è, Mustacchio ieri era fuori ruolo, Germano poteva essere impiegato in altro ruolo oppure poteva anche non entrare per far posto a qualche altro, Altobelli è stato preso per correre e fare interdizione, andar a prendere gli avversari e non per costruire. Possiamo affermare tutto questo almeno in due o tre o duecento, intanto non cambia nulla? Penso di sì, come possiamo pensare già a gennaio, senza sentirci dire che è troppo presto, alla nuova rincorsa verso Aramu, al fatto che di riffa o di raffa Malonga andrà via- ieri ancora una volta neppure in panca – e che un mio amico mi ha detto in sogno che potrebbero partire – insieme a Malonga – anche Castiglia, Legati, Sprocati. Con la richiesta di un regalo natalizio da consumarsi a gennaio, ovvero che tutti quelli che decidono sul mercatino di riparazione dei bianchi possano essere, alla fine del mercatino, contenti e non solo per i due terzi o per un terzo. Perchè le formazioni messe in campo da ML saranno anche spesso diverse ma alcuni uomini sono invero trascurati, malanni fisici o stato di forma, e che ci manchi un terzino destro di ruolo è evidente, aspettando la ripresa del sinistro Eguelfi mentre di centrali difensivi ne abbiamo a iosa. Sabato giocheremo a Bari, un campo tradizionalmente ostico, ed è un eufemismo. Tradizioni e statistiche per alcuni valgono poco e sono fatte per essere sfatate ( come la vittoria nel derby con il Novara dopo 118 anni) ma con arbitro Illuzzi non abbiamo mai vinto ed anche ieri sera è stato confermato, senza alcune responsabilità per il direttore di gara ma solo per i bioritmi e l’umido dell’autunno, Budel che si prepara a tirare con un piede e poi la palla gli arriva sull’altro, Mustacchio generoso ma poco lucido, Mammarella a tre cilindri, e assolviamo Provedel sulla rete perché prima aveva già parato l’imparabile e siamo buonissimi, non tutti ma quasi tutti. Il Bari ha perso a Novara, ha una squadra malmessa da far – laicamente – risuscitare, abbiamo buone possibilità di farcela, con la riconoscenza di mister Stellone e degli amici baresi. Il Bari che ha perso a Novara così schierato, 4-4-2 e Micai; Sabelli, Moras, Tonucci, Daprelà (65′ Doumbia); Ivan, Romizi (82′ Castrovill), Basha, Furlan; Monachello (59′ Maniero), De Luca. A disposizione Ichazo, Fedato, Di Cesare, Martinho, Valiani, Capradossi. Con mister Stellone che è uno bravo assai. Ed ancora dopo Bari magari saremo a parlare e scrivere bene, maddai ce la siamo giocata, gli anni passati avremmo fatto le barricate, abbiamo giocato bene, non abbiamo demeritato, papparapà. Vorrei vincere a Bari, mi basterebbero 5 punti nelle prossime tre partite, e festeggiare l’estate di San Martino il 13 novembre, dopo la gita in Liguria, con il tradizionale tepore e qualche punto in più, in classifica, senza nessuna disattenzione difensiva per tre partite di seguito e concretezza davanti. Primo non prenderle, a Bari, con l’idea di portar via anche qualcosa in più d’un pari. Nando Gazzolo e Fiorello in video.
Paolo d’Abramo