Senza botto
Fine del calciomercato
Senza botto. Senza botto finale, senza figurina anche piccola, nel senso di giovane o di seconda fila. La Pro chiude il mercato senza il botto, l’ultimo arrivo è stato un ritorno, il ritorno di Emmanuello.Gli Innamorati aspettavano Aramu e se non lui Roberto Insigne ma anche un piano C poteva andare benissimo, un centrocampista con esperienza di B, quello richiesto da Moreno Longo e che non poteva e non può essere Simone Emmanuello – che ha tutta la mia stima ed anche esperienza di B avendoci giocato con la Pro – ma i nomi nel tempo accostati ai Bianchi, Defendi, Valiani, Pinzi ed altri ancora potevano fare al caso nostro, avrebbero potuto, appunto. Malonga resta alla Pro, almeno fino a gennaio, Dominique, un giocatore che per Ml è troppo lento come esterno ed ha, come prima punta, davanti a sé Ebagua, La Mantia e Morra in ordine alfabetico. A meno che, di tanto in tanto, si decida di cambiar modulo così come si fa già in partita, dal 4-3-3 al 4-4-2, 4-2-4 e via discorrendo con i numeri, 4-4-1-1, 4-1-3-2, chissà. Malonga non ha trovato un acquirente, troppo onerosa la rescissione, svaniti i potenziali interessati, peraltro il giocatore si ritrova in una botte de fero, buon contratto e stipendio assicurato, e se non è molto funzionale al gioco di Longo ci sono due alternative, o Ml se lo farà piacere o è lo stesso. A mio umilissimo avviso la Pro di quest’anno, sulla carta, è più debole di quella dell’anno scorso, le variabili connesse ad una preparazione fisica particolarmente intensa e le idee innovative tattiche di Moreno Longo e del suo staff dovranno fare il resto, in meglio. Rimango piuttosto sorpreso dall’operazione Bacchetti, presentato come un raro esemplare di centrale mancino e riconsegnato in prestito all’ultima squadra ove ha disputato un campionato, il Monopoli. Sui terzini che oggi si chiamano esterni bassi, i primi anelli delle catene laterali, mi permetto qualche perplessità in relazione al modulo. Umbertino e Mammarella sono meravigliosi, hanno attitudini di spinta ed anche gamba, piede, ma in fase di contenimento possono andare in difficoltà, costringendo i centrali ad interventi rischiosi. Sui loro ricambi le perplessità ci sono tutte. A centrocampo altri dubbi. Budel è carisma, tecnica, visione di gioco. Ha il suo passo e deve avere al fianco due mastini per poter svolgere al meglio il ruolo. In più, è per gli avversari gioco facile non tanto marcare lui, la fonte di gioco, ma i destinatari delle sue illuminazioni. Con un paragone azzardato commentavo ancora oggi con alcuni Innamorati che Pirlo, in altra posizione del campo, aveva accanto Pogba e Vidal, gli altri centrocampisti della Pro, accanto a Budel, si chiamano Palazzi, Castiglia, Altobelli, Ardizzone, Castellano, Emmanuello. Castellano ha attitudini offensive, Castiglia lavora di fioretto e spada più che menare la clava, la sua è una presenza indiscutibile e titolare oltre che titolata, Emmanuello ha doti tecniche indiscutibili ma non chiedamogli di offrire fisicità e auguriamoci che abbia compreso appieno come si fa in serie B, non basta la tecnica, parola di allenatore esperto di categoria. Restano Palazzi ed Altobelli, devono crescere in forma fisica ed intesa di reparti, speriamo. Il reparto offensivo, sulle catene laterali e sui terminali, sembrerebbe ben fornito ed assortito in tecnica e potenza, forse un poco meno in imprevedibilità, la stessa che sembrerebbe mancare un poco anche al centrocampo. Dovrà essere , per forza di cose, una Pro garibaldina, come già scrissi nelle settimane scorse, corsa, corsa, corsa, ripartenze, transizioni, atteggiamento aggressivo. Domenica sera si va a Trapani da Serse, si va per continuare a far punti dopo il pari interno con l’Ascoli Picchio, su un campo difficile e al termine di un mercato che lascia un retrogusto amarognolo. Concludo con un saluto ed un abbraccio forte a Giuseppe Ruggiero e Cristiano Scazzola che hanno rescisso i loro contratti con la Società Bianca. Un abbraccio forte ad entrambi, forte, forte. Ruggiero, classe 1993, avrà modo nel tempo di dimostrare il suo valore. Per Cristiano si può dire che se la Pro è ritornata in serie B e lo è ancora, parte del merito è anche sua. E che chi ha preso il suo posto conservi questo privilegio di categoria, un augurio di umiltà, spensieratezza e passione che qualche volta, come dimostrò la Pro di Braghin nel passaggio dalla Lega Pro alla B, valgono più di millanta moduli e strategie della nouvelle vague perché per gli Innamorati la Pro non è la vacanza settimanale o estiva dalla quotidianità, la Pro è stile di vita e quotidianità, un raggio bianco e costante. Due video sottostanti, se vorrete favorire.
Paolo d’Abramo