Longo:”Chi non vuol stare può andare altrove”

La conferenza stampa

Longo:”Chi non vuol stare può andare altrove”. Nel fresco pomeriggio del mercoledì, si presentano in Sala Stampa al Robbiano Piola Moreno Longo, Paolo Nava e Dario Migliaccio. Ma lo staff non finisce qui, ci sono anche nell’ordine sparso Degiorgi per preparare i portieri, Bortolan preparatore atletico con Nava, Bertolone per il recupero degli infortunati e Lampo che si aggregherà dopo il ritiro. Dario Migliaccio sarà l’allenatore in seconda, ha lavorato con il Torino, a Cuneo e nel Canavese, 5 anni fa anche nel settore giovanile della Pro, l’Umile gli chiede come interpreterà il ruolo di allenatore in seconda. “Provo entusiasmo e responsabilità, con Moreno c’è una collaborazione a 360 gradi, nel Toro lui allenava la Primavera ed io la Beretti, ho il patentino Uefa A”. Paolo Nava:”Sono cresciuto nel Toro, 12 anni nel Toro con i piccolini, poi la Primavera, 4 anni di Primavera con Longo, questa è la prima grande opportunità, grande, collaborerò, collaboreremo con Stefano Bortolan portando i mezzi che abbiamo, a stretto contatto. Arriviamo dal sintetico con il Toro a Venaria, a livello di risultati, figli di mille dinamiche, su 13 partite nel Campionato Primavera avevi metà dei campi in erba e meta in sintetico, non esistono studi scientifici che dimostrano danni o vantaggi a livello muscolare, svedesi e finlandesi hanno incominciato a farne, di studi, alcuni approfondimenti dicono che l’erba può danneggiare più del sintetico”. Moreno Longo: ”Non penso che il sintetico aumenti o diminuisca il livello prestazionale, la personalità può fare la differenza, si tratta secondo me d’un aspetto più mentale che fisico, Cagliari e Crotone avrebbero vinto il campionato anche giocando su questo campo. Il primo impatto è stato molto positivo, sto percependo da parte dei ragazzi un livello molto alto del profilo umano. Le prime impressioni si devono limitare a questo parametro. 80% di rosa già fatta?  E’ una percentuale e rimane tale, concordo con il direttore e con la Società, nel resto del mercato la rosa andrà puntellata, ad oggi sono arrivati ragazzi giovani e sono andati via giocatori d’esperienza, dovranno arrivare qui anche giocatoti d’esperienza. Chi non vuol stare alla Pro Vercelli (Ettore Marchi ? nduc) può andare da un’altra parte, si deve stare o arrivare a Vercelli con grande motivazione, Vercelli è una piazza prestigiosa e si deve stare qui con la massima motivazione possibile, chi non apprezza Vercelli può andare pure a vedere cosa c’e fuori, so che in giro non c’e tanto meglio. Stiamo cercando di strutturare la squadra 4-3-3, se non si riescono a centrare obiettivi per il 4-3-3 allora vedremo, con i giocatori in organico già adesso si possono fare altri moduli”.  Quale titolare tra i portieri? affonda l’Umile. “Zaccagno è un giocatore della Pro, partiremo con Provedel titolare. Riaffondo su Faustinho. Fausto Rossi non l’ho mai avuto nell’elenco dei convocati che mi è stato fornito e non ci sarà (ma, forse e il forse è perché l’ho sognato, in questo caso non è stato il giocatore a volersene andare e sarebbe rimasto anche ad ingaggio ampiamente ribassato, ora potrebbe accasarsi al Perugia ed ora i detrattori di Faustinho –  non l’Umile – possono pure gioire della sua partenza da Vercelli, nduc). Dovremo lavorare e integrare nella rosa mezzeali di centrocampo ed esterni offensivi, uno o due. Se Marchi partirà arriverà una punta, in difesa siamo a posto, Konatè è un Coly con qualche anno di meno, fresco, dovrà far vedere di essere pronto. Palazzi, centrocampista bravo in interdizione e costruzione, 12 partite a Livorno ma avrebbe potuto giocare di più. Eguelfi, terzino sinistro portato alla fase di spinta e cross, dovrà migliorare sulla fase difensiva. Baldini, uno dei migliori esterni del Campionato Primavera. Morra l’ho voluto io, è un’operazione che siamo riusciti a fare con il Torino, arriva a titolo definitivo, due anni fa fece 30 goal, è stato sfortunato ad Andria, poi ha avuto un problema fisico e a gennaio è finito nella sventurata avventura di Savona ma già l’anno prima aveva richiesta dalla serie B. Ai tifosi posso dire che vedranno una squadra con lo spirito che desiderano, la differenza la farà non cosa faremo ma come lo faremo. Sono molto ambizioso e pretenderò molto da loro”. Terzo affondino dell’Umile, MorenoLongo s’ispira a qualche mister famoso ? “Non mi piace fare paragoni, non mi piace farli, la personalità di un allenatore è essere se stesso , credere in qualche cosa che va trasferito alla squadra, chi mi ha seguito in questi anni sa come lavoro. Quart’affondo o affondo di quarta, dicono che nella finale Primavera con la Juve , il Toro si sia un po’ difeso più che attaccare.  “Seconod me è sinonimo di intelligenza farlo, meglio non affrontare una squadra più forte e provare a prendere gli avversari nella loro metà campo per essere dopo mezzora già 3 a 0 sotto, mi sembra sbagliato. Aver concesso alla Juve un tiro in porta ed aver perso uno a zero. Se gioca così Simeone è il re del cholismo, se lo fa un allenatore italiano è un catenacciaro, in serie B in questi anni ho visto molte squadre dietro la linea della palla e chiuse, pronte a ripartire. In questi giorni lavoreremo a livello atletico a Cantalupa sarà un ritiro molto impegnativo, in serie B si deve essere molto disposti alla corsa e al sacrificio. Tutti i giocatori che ho qui con me hanno svolto un’estate da professionisti. Difficile fare previsione sulla chiusura del mercato, e difficile prevedere, come obiettivo abbiamo quello di non avere fretta per non commettere errori, abbiamo una base per lavorare in ritiro, ponderiamo bene le scelte”.

La Pro oggi è una scatola chiusa e sigillata, uno scrigno inchiavardato che può contenere un tesoro o un mucchio di sassi, l’Umile propende con fiducia per la prima ipotesi, oppure pensa che i sassi in realtà siano in realtà incisi di formule magiche utili per svellere la spada nella roccia e diventare supereroi, noi e la Nostra Pro. occorre attendere ed avere pazienza, per far tradurre nel senso più corretto il significato tecnico del suo credo calcistico e le qualità dei giocatori attualemnte a disposizione. In attesa che ne arrivino almeno altri tre di qualità per fare ulteriore  differenza.

Paolo d’Abramo