Il perfetto finale da derby
La Pro supera 1 a 0 il Livorno ed attende il Modena sabato al Robbiano Piola
Il perfetto finale da derby, con un rigore a tempo scaduto, la gioia maggiore è quando il rigore non c’è e te lo danno lo stesso invece no, ieri c’era e forse ce n’era anche qualcun altro prima ma va bene così, la vittoria a Livorno è di quelle pesanti e meritate – ampiamente – con una condotta di gara giudiziosa e concentrata, soprattutto nei minuti finali che spesso ci sono stati fatali. Il salvataggio di Coly sulla riga qualche istante prima del rigore ne è prova. Con una squadra che ad un certo punto ha perso Bani e Castiglia, Redolfi – sempre pronto quando serve – ed Emmanuello sono andati a combattere una guerra calcistica di quelle difficili, contro la disperazione di chi ha poco da perdere e pure le gambe che tremano nonostante l’esperienza e la tecnica. Perché, quanto ad esperienza e tecnica, il Livorno ne ha da vendere ma non è bastato. Non è qui oggi l’Umile ad enfatizzare un’Impresa, semplicemente a dare atto della compattezza e del coraggio, compreso quello di Marchi, due rigori che valgono 4 punti nell’economia d’una classifica debitrice di Fortuna almeno fino a ieri. Ci siamo ripresi qualcosa, non tutto, il resto ce lo dobbiamo ancora guadagnare dopo quest’iniezione ricostituente che ci tira fuori, temporaneamente e – speriamo – non solo, dalle secche dei play out, dalle sabbie mobili di un fondo classifica che continua ad essere ingarbugliato. Fortuna sì, ma fino ad un certo punto. Perché Dom Claudio I, può davvero fare l’impresa di salvare una squadra che, seppure revisionata a gennaio con l’arrivo non solo dell’imprescindibile Budel – e ieri a centrocampo si è visto quanto pesa la sua presenza – resta composta per lo più da onesti pedatori senza troppa gloria se non quella di metterci l’anima, enfin. Dom Claudio I può fare l’impresa e per questo reclamare la cittadinanza vercellese ad honorem, se la meriterebbe. L’Umile ha assolto con gioia al suo Voto, l’aveva scritto. Con la vittoria a Livorno la funzione dello Scoprimento del Crocifisso nel Duomo stracolmo all’alba di Pasqua ha assunto, nel rispetto della Fede, un valore se possibile ancora più grande e deve per questo, sempre l’Umile, ringraziare la Fede – Sacra e pure quella Laica – la Tradizione ed anche Mustacchio, Luci, Marchi se questa mattina la sveglia alle 5.20 è suonata ricordando che era il tempo di procedere alla partecipazione ad uno dei più sentiti Riti Pasquali nella Diocesi Eusebiana, data più di 600 anni, più o meno 644, citando a memoria dai documenti in Biblioteca Capitolare, e mi corrigerete se è sbagliato. Ora, saltando al laico campionato di B, ci attende il Modena dell’ex Luppi, il Pirata, senza più l’esonerato mister Crespo per loro, con uno Scavone ed un Malonga in più per noi. Mancherà probabilmente anche Bani, attendiamo ragguagli che arriveranno ad inizio settimana ma ora, con chiunque in campo, occorre stringere i denti e portare in salvo questa composita scialuppa bianca. Voto sciolto o sorpresa con il pulcino che esce dall’Uovo ed ha le sembianze di Marchi che esulta dopo aver spiazzato il simpatico Pinsoglio. Tornando per un istante e qualche parola ancora a ieri, certo, la gara è stata perfetta nel risultato finale, con qualche comprensibile ansia in corso d’opera. L’attacco delle seconde palle, il giro palla che ancora e troppo spesso si chiude con il lancio d’un centrale difensivo verso il muro degli avversari, non stiamo a sottilizzare ed arriviamo al più presto a 47,48,49, in teoria fino ad oltre 60 ma ci basta meno per aspettare, il prossimo anno, altri finali così in serie Cadetta, per noi che siamo abituati a soffrire, lo abbiamo fatto su campi dove al posto della Tribuna c’era il Prato e qualche volta neppure quello, continueremo a farlo, sempre e comunque. Buona Pasqua !
Paolo d’Abramo