Ciao Ternana
Esonerato Tesser, mister dell'Avellino
Ciao Ternana. La vittoria per due a zero delle Fere ad Avellino è costata la panca al mister dei Lupi, Attilio Tesser deve far posto a Dario Marcolin. Ma non solo. Se la quota salvezza, secondo i più ottimisti, si potrebbe porre intorno a 47 o 48 punti, Ternana e Virtus Lanciano sono a poco più d’un passo dalla meta ed hanno fatto ciao al resto del gruppo, come Heidi le caprette, hanno salutato il resto del gruppo che danza tra il dolore e la sofferenza – sportiva s’intende – che oggi c’è ben altro nel mondo e questo pezzo dovrebbe essere un temporaneo svago. A proposito della Ternana, invece, se riguarderete le immagini in fondo Vi renderete conto che i Lupi irpini in avvio si sono mangiati ghiotti bocconi da rete ed hanno sbagliato un rigore con uno sputino che se non si conoscesse l’assoluta correttezza di tutti i giocatori di tutti i campionati italiani, suggerirebbe ai maligni una visita all’Ufficio Inchieste. In più, i tifosi dell’Avellino hanno vissuto – nel periodo ipotetico dell’irrealtà si tratterebbe di un’altra visita in relazione all’elevatissimo livello tecnico di questa Serie Cadetta – la scivolata in area di Marco Chiosa – 22enne difensore dei Lupi in prestito dal Torino ed in possesso d’una quotazione di 750.000 euro – peggio di come noi abbiam tremato – e penato – per quella di Legati con la simpatica Entella. E così è arrivato il raddoppio delle Fere. Certo, ora le Fere potranno ancora inciampare, addirittura ruzzolare ma, insomma, sono vicini alla salvezza diretta più di quanto non sia la nostra Amata, alla ricerca di – almeno – 13 punti in 10 partite, facciamo 14 o 15 che è più rassicurante. Non sarebbe neppure un’impresona, suvvia, comunque di difficoltà inferiore rispetto a quella di parlare per forza e benissimo della Pro di questo periodo. Sostenerla sì, dire che gioca bene e che ci mette quella cattiveria agonistica che almeno l’80% dei giocatori in maglia bianca oggi non dimostra, no. Più o meno la stessa cattiveria con cui Heidi tratta le sue amiche caprette o l’amico Peter. E non accorrete a raccontare che le modeste considerazioni sull’anima della Pro d’oggigiorno possano in qualche modo scalfire o incidere la pelle delle prestazioni di questi Leoncini messi in campo da Dom Claudio I. Per questa ragione potreste osservare con quale benevolenza sono state accolte dagli appassionati tifosi locali, per esempio, le sconfitte della Casertana con il Benevento o, appunto, quella casalinga dell’Avellino con la Ternana. Di certo non sono da auspicare comportamenti eccessivi ma ieri sera – per esempio – tutti i giocatori dell’Avellino, nessuno escluso, sono andati a chiedere scusa sotto l’inquietata Curva ai Tifosi e sentirne le recriminazioni. E’ evidente, questa è la prova che il calcio in Italia è direttamente approdato a Vercelli dall’Inghilterra e se ne sono conservate, tra i giustamente educatissimi ed esclusivi appartenenti al club dei Tifosi della Bianca Signora, le usanze tipiche del gentlemen’s agreement, degli accordi tra gentiluomini, amici e signori, Tifosi e Giocatori. Purtroppo, nonostante la buona volontà dei sentimenti, mi pare oggettivo ravvisare un certo distacco della GGente dalla Pro, e non so se è solo questione di risultati, di televisione, di giornate di sole, di partite al sabato, di simpatia o di umiltà. Noi ci saremo sempre, Umile e Innamorati di lunga o recente data anche se. Anche se oggi alla Pro manca il killer instinct, in senso sportivo s’intende, quello che Ti fa vincere le partite anche se sei tecnicamente e fisicamente messo peggio ma sei sostenuto dall’indossare la maglia bianca che, purtroppo temo, oggi non provoca sbalzi di temperatura dell’anima in molti dei giocatori presenti in Rosa. Sarei felice che mi dimostrassero il contrario, nonostante solo uno abbia affrontato il Barcellona, nessuno il Bayern. Ma, spesso, è nelle serie inferiori che si vede di più il vero, genuino, reale attaccamento ai colori, quelli che, per esempio, contrapponevano – una volta – gli scapoli agli ammogliati. Quel killer instinct vagamente ravvisato nella partita contro il Pescara che ultimamente in trasferta fa peggio di noi. Il neomister del Livorno, Franco Colomba, in conferenza stampa e dal sito del Livorno calcio www.livornocalcio.it dice che la squadra deve essere una fede per tutti, ci vuole poca bellezza e molta praticità. Non cambierà molto Colomba, non può fare rivoluzioni in 5 giorni, si affiderà a chi gli darà maggior affidamento. Pure noi non dobbiamo aspettarci rivoluzioni. Escludendo il 4-3-3 che induce in molti l’orticaria al solo accenno verbale, mi meraviglierei se Foscarini cambiasse modulo. Lui è convinto che, al momento, Budel e Rossi possono giocare insieme solo nel 3-5-2. Difficile anche pensare allo spostamento di Budel a centrocampo ed una linea difensiva con Germano ( Berra?) Bani Coly Mammarella (Filippini?) un centrocampo fatto da Germano Budel Rossi Emmanuello (Mammarella?) e davanti Beretta e Marchi o Mustacchio o Malonga, con troppi sacrificati eccellenti in panchina. Potreste non essere in accordo ma – per quanto alcuni di Voi non lo possano ingenerosamente vedere in campo giudicandolo impalpabile – è assolutamente improbabile che Faustinho resti fuori dall’undici iniziale.
Paolo d’Abramo