Fragole con panna
Arriva Il Modena di Bergodi e del pirata Luppi
Fragole con panna. Il Modena arriverà a Vercelli per giocare sabato sulla pelouse verde sintetico del Robbiano Piola. Arriverà con un allenatore nuovo – Cristiano Bergodi – forse con uno spirito nuovo anche se, per quel che ne sappiamo, ad Hernan Crespo c’è ben poco da addebitare dell’attuale condizione di classifica dei Canarini, adagiati quasi sul fondo, peggior attacco del campionato e difesa non impenetrabile, quasi come quella della Pro. Il Modena che nello scorso turno ha perso in casa con il Cagliari per due a uno è lo stesso Modena che stava vincendo per uno a zero e con un uomo in meno in Modena vs Cagliari, la settimana scorsa. Lo spietato mondo del calcio, nel giro di un paio di minuti, il tempo di recupero in cui si è consumato il patatrac, decide che non vai più bene, segue lancio di stracci e veleni, come nelle migliori famiglie, come nei grandi Amori, fragole con panna acida. Il Modena arriverà a Vercelli senza Giorico – buon centrocampista da B e proprio quello espulso con il Cagliari – ma con la voglia di correre verso una coppa di fragole con panna – come a Wimbledon per scrivere di erba vera o come capita, a volte, a voglie, alle fanciulle in bianco ed in dolce attesa, nascita, salvezza e ai giocatori trascurati dal precedente mister – o verso il centrocampo, i tifosi, la panchina dopo aver segnato e magari vinto, visto che gli emiliani non amano i pareggi ed hanno il pirata Davide goleador che di certo non esulterebbe davanti al pubblico che l’ha amato, l’anno scorso. Ogni cambio di mister porta nuove energie, Bergodi avrà l’imbarazzo della scelta in una Rosa non eccelsa ma neppure mediocre, buoni calciatori di categoria in un’annata sfortunata, per esempi gli infortuni a Mazzarani – legamento crociato del ginocchio destro – e Granoche, come se alla Pro fossero mancati per 6 o 2 mesi le giocate di Faustinho, i goal di Marchi. Difficile ipotizzare cambi di modulo o stravolgimenti negli ospiti che arriveranno a Vercelli a caccia di punti e di ossigeno per la salvezza, in una lotta che oggi vede il Como agonizzante e la Virtus Lanciano a rischio crollo, ne mancano altre due, potrebbero essere Ascoli e Modena, andateci Voi a giocare a Salerno alla fine del campionato, quando l’estate sta per sbocciare e allo stadio Arechi fa caldo, abbastanza caldo. Molti Innamorati di Pro, sabato, invece, vorrebbero vedere allo stesso tempo e fin dall’inizio Redolfi in difesa, Budel a centrocampo e Mustacchio o Malonga – magari tutti e due – in attacco. Per quel poco che conosco Dom Claudio I e il pensiero di tutti gli allenatori non solo verso la fine del campionato, valgono un paio di regole. Prima di tutto l’esperienza eppoi l’equilibrio, tattico, di squadra. Esperienza vuol dire che tra un Coly quasi recuperato e il giovane Redolfi, Foscarini sceglierà Coly, non inserirà Berra perché il giovane è bravino ma soprattutto giovane, sistemerà Budel in difesa perchè gli garantisce maggior equilibrio e copertura, davanti non farà rivoluzioni, riservando all’andamento di gara eventuali cambi in corsa per avere lo spunto degli ultimi venti minuti, quando inserirà – al posto di Jack o di Marchi – Mustacchio più che il reduce dalle fatiche di Coppa d’Africa. A centrocampo Scavone Castiglia Emmanuello. A meno di cataclismi. Mio Umile pensiero, pronto per essere smentito dai fatti e dalla distinta di sabato 2 aprile, i pesci saranno già passati. Ci arbitrerà Pasqua di Tivoli, con lui a Modena e affrontando il Carpi andammo in B, capitò poi anche di perdere nel 2014, sempre con il Carpi che ora lotta per salvarsi in A. Nessun alibi per la Pro e per noi, conta far risultato, tener distante il Modena con il suo Pirata e gustare queste fragole prima che la panna bianca e magica inacidisca, prima che il caldo sciolga l’incantesimo del Dom, utile a salvarci senza troppi patimenti. Per commuoverVi ancora – e visto che da inguaribile romantico l’ho ancora una volta indicato – un paio di video di quel giorno, il primo istituzionale, il secondo è una chicca di Gianluca Marchese.
Paolo d’Abramo