Padri, figlie e zii
Ieri al Robbiano Piola 2573 spettatori paganti di cui 1714 abbonati per un incasso di 17.405 euro, campagna abbonamenti fino a mercoledì 30 settembre
Padri, figlie e zii. La sconfitta di ieri con il Crotone di Juric è figlia del precario stato di forma di alcuni giocatori che nella Pro dovrebbero, più di altri fare, la differenza ma anche d’una certa ritrosia alla lettura semplice della gara da parte di chi decide come disporre i calciatori in campo. In realtà avrebbe, questa sconfitta, oltre che genitori anche zii, tutti quelli che ritengono di affrettare i tempi di recupero di giocatori del tutto fuori condizione ed inadatti ad accumulare ulteriore nervosismo – come Marchi – o ad affrontare 3 partite in sette giorni – vedi Castiglia – o a giocare anche se si è in condizioni di fare solo una passeggiata per il Viale – come Fausto Rossi, ma in qualche caso neppure quella, perché Umbertino avrebbe dovuto riposarsi ed allo stesso modo anche Scavone che non può incominciare, come l’anno scorso, a tirare il carrettino a settembre e concludere verso maggio, troppa strada nei suoi sandali altoatesini. Alcuni osservatori dicono che la sconfitta di ieri sia figlia anche dei cambi sbagliati in corso di partita e di un centrocampo che non solo era in inferiorità numerica ma anche poco adatto a confrontarsi con i macistini crotonesi. In effetti ci sono mancati i muscoli e la concretezza di Ardizzone e Matute e a chi ha detto che sarebbe stato necessario far giocare Fausto Rossi 20 metri più avanti mi piace ricordare prima di tutto che – quel che loro non vorrebbero chiamare trequartista ma che in realtà sarebbe tale – non è contemplato, in secondo luogo che il Fausto Rossi avrebbe dovuto accomodarsi in panchina o in tribuna e, terzo, che per avere Fausto Rossi 20 metri più avanti devi metter dietro la sua schiena tre corridori randellatori professionisti, spiacente non ne abbiamo così tanti. Altra preoccupazione è la difficoltà a trovare la via del goal, e non scrivo “provarla“, ma trovarla, nel senso che ieri si è smarrito il senso dell’orientamento verso la porta avversaria. Sarà una settimana se non calda almeno tiepida, anche se siamo solo alla quinta giornata ma ci attendono un paio di impegni interessanti, sabato al mare di Chiavari, e la settimana successiva in casa con il Novara. La Pro di ieri è stata senza idee perché i giocatori che dovevano esprimerle e metterle in pratica non erano in condizioni di farlo, perché non sono in forma – con tutta la riconoscenza del caso verso tutti, riconoscenza che come ricordava un mio amico, qualche anno fa ci riportò in LegaPro – e perché, in assenza del loro passo indietro per inadeguatezza, non si ha il coraggio di lasciarli in panca almeno un tempo e non dico tre partite di fila, ma almeno un tempo, cioè il primo. Questa Pro non è malata, ha qualche acciacco ed un poco di nervosismo. Si esce da questi malanni stagionali mettendo in campo le forze buone a disposizione, quelle sane. E la necessaria serenità, anche se parrebbe difficile usarne, di serenità ora ma è indispensabile. In considerazione del fatto che tutti ne parlano, mi parrebbe ipocrita non scriverlo. Ieri in tribuna c’era un gruppo d’allenatori. Normale, gli allenatori che non hanno ingaggio vanno a vedere le partite, non è detto che stiano incollati al televisore h24. Ora, alcuni di questi allenatori, direi due in particolare, abitano a due passi da Vercelli e li abbiamo visti molto spesso al Robbiano Piola. Nessuno dei due tornerà né in questa stagione né mai. Quanto al terzo, il presidente Secondo ha confermato la piena fiducia in mister Scazzola, siamo alla quinta giornata. Ma, credo proprio che le due prossime partite saranno decisive, soprattutto per l’umore dei tifosi ma anche per le scelte. Come sempre l’Umile si augura tutto il bene, anzi il meglio possibile per la nostra Pro fin a partire dal prossimo turno con la Virtus Entella, in questo modo la risposta agli eventuali dubbi sarebbe già fornita dal campo.
Paolo d’Abramo